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Neto regala due gol al Verona, ma la Fiorentina riesce a vincere (4-3)

admin
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Montella può sorridere perché i risultati delle dirette concorrenti alla Champions sono tutti a vantaggio della squadra viola.La Fiorentina rosicchia ancora due punti, ma per continuare a sperare non può andare avanti con u n estremo difensore che può lasciare la squadra in brache di tela da un momento all’altro. Ieri è tornato ai tempi cupi. Abbiamo titolato di due gol regalati al Verona. Perché siamo buonisti. Anche il terzo, a parte la respinta di piede sulla “ciabattata” di Toni, possiamo metterlo nel suo carniere. La palla gli è passata sotto la pancia. Forse un  po’ troppo.

Piero Campani

LE PAGELLE

di Tommaso Borghini

 

 

NETO 5: Non è in serata e si vede subito quando, al primo tiro del Verona, respinge male la botta di Iturbe , non contento, si fa passare sotto la pancia il tap – in di Romulo. Anche sul secondo gol parte in ritardo e la conclusione da distanza siderale di Iturbe diventa, per lui, imparabile. L’unica cosa buona la fa prima del terzo gol del Verona, parando di piede una ciabattata, deviata, di Toni, ma incassa subito dopo la terza rete. Davvero troppo per una partita sola. Neto-verona
TOMOVIC 6,5: Propositivo e ispirato in fase offensiva. Si fa notare, soprattutto nella ripresa, quando crea i presupposti, con un ottimo inserimento, per il rigore e l’espulsione che costringe il Verona in dieci. Cerca gloria anche nel finale con una discesa conclusa con una fendente rasoterra sulla quale Rafael arriva con la punta delle dita. Insomma per una serata è più bravo in attacco che in difesa.
GONZALO RODRIGUEZ 6: La sua difesa subisce tre gol, ma lui esce dalla gara a testa alta perché riesce a fare un paio di chiusure importanti, mettendo sostanzialmente la museruola a Luca Toni, ancora un cliente pericoloso, cifre alla mano.
SAVIC 5,5: Incerto in fase di rilancio, e questa è una costante. Ma le sbavature arrivano anche quando si tratta di difendere e questo preoccupa perché il Verona è una squadra sbarazzina e divertente, ma non è certo il massimo del coefficiente di difficoltà. Cresce solo nel finale, ma non siamo neppure vicini allo standard raggiunto nella scorsa stagione. Deve migliorare e alla svelta.
VARGAS 6+: Non sarà più un titolare inamovibile, ma il suo sinistro è sempre fulminante, così realizza dalla distanza con un bolide che piega le mani all’incerto portiere brasiliano del Verona. Una rete importante perché consente di chiudere il primo tempo in vantaggio. E anche perché si tratta della sua terza realizzazione stagionale, una media niente male per uno che era dato per finito. La fase difensiva non è il massimo, ma quella è sempre stata una sua lacuna.
AMBROSINI 7: Intelligenza tattica superiore e un’insospettabile condizione atletica, visto che era dato in condizioni precarie. E’ sempre nella giusta posizione per sradicare i palloni dai piedi avversari e non meriterebbe neppure il giallo che il signor Doveri gli sventola inspiegabilmente in faccia al primo fallo di gioco. Insomma la sua presenza garantisce equilibrio alla mediane e, se continua a star bene, sarà dura toglierlo dall’undici titolare.
BORJA VALERO 8: Ha la fascia di capitano al braccio, visto il forfait dell’ultim’ora di Pizarro, e dimostra di meritarla tutta, davanti a un monumento del calcio viola come Gabriel Batistuta che lo osserva dalla Tribuna d’Onore. Pronti via e scaglia un sinistro spettacoloso che s’infila a fil di palo. Ci riprova una manciata di minuti dopo e, anche grazie a una deviazione, firma la sua prima doppietta viola. Fatto il suo sul piano realizzativa, si dedica alla cucitura del gioco e continua a incantare il popolo gigliato. Crediamo proprio che Bati lo abbia promosso, sentenziando che quella fascia merita, eccome, di indossarla.
VECINO 5: Probabilmente non si trova a suo agio nella posizione di interno, ma alla sua età e dopo tanta panchina dovrebbe fare molto di più, altrimenti è destinato a trascorrere la stagione seduto, o meglio, a essere ceduto a gennaio. In questo modo avrebbe l’opportunità di trovare la continuità e di dimostrare se sia o meno un giocatore da Fiorentina. Dal 1’ st MATI FERNANDEZ 6: Subito ammonito per simulazione, ma i dubbi sulla decisione di Doveri sono pesanti. Supera senza contraccolpi l’episodio e si mette a giocare come sa, ovvero con tecnica sopraffina, andando anche al tiro con frequenza e pericolosità.
CUADRADO 6: Comincia a sinistra, dove conferma di non essere devastante come sulla fascia opposta. Così Montella lo accontenta, riportandolo a destra e il suo apporto diventa più continuo. A volte, soprattutto nel finale, esagera con le azioni personali, cercando con troppa testardaggine la gloria personale. Ma va bene così, sperando che il meglio se lo sia serbato per la trasferta di Roma.
JOAQUIN 5,5: Segue gli spostamenti di Cuadrado, nel senso che se il colombiano non rende al massimo da un a parte del campo, a lui tocca spostarsi su quella opposta per fargli posto. Forse soffre questa continua altalena e finisce per non incidere come potrebbe su una partita che pareva adatta alle sue caratteristiche . Dal 28’ st MATOS s.v.:  Entra e non si ferma un attimo, attaccando tutto ciò che si muove. Insomma esegue gli ordini di Montella che lo inserisce perché vede la Fiorentina in debito d’ossigeno e incapace di pressare alta. Sotto porta, però, non trova l’acuto.
ROSSI 6,5: Primo tempo ombroso, quasi aspettasse il suo momento che, però, non arriva mai. Nella ripresa ha subito la chance per rimpinguare il suo bottino di gol e la sfrutta al meglio, trasformando con freddezza il rigore del provvisorio 4-2. La rete lo sblocca mentalmente e comincia a giocare e, soprattutto, a calciare in porta, da par suo. Sarebbe uscito primo, se la Fiorentina non avesse incassato il terzo gol per preservarsi il più possibile in vista del match con la Roma. Al momento della sostituzione il franchi lo applaude a scena aperta, ma questa non è più una notizia.  Dal 43’ st ILICIC s.v.: Pochi minuti per tenere palla e per riacquistare un mino di fiducia in se stesso.
MONTELLA 6: Perde anche Pizarro, proprio nel riscaldamento, dopo la rinuncia forzata a Pasqual. Così rimescola le carte a metà campo e la sua scelta di gettare nella mischia Vecino non convince. Rimedia nella ripresa facendo alzare dalla panchina Mati Fernadez e le cose migliorano. Anche Vargas sulla linea dei difensori è un rischio, ma il peruviano lo ripaga con il gol. Insomma la sua Fiorentina stavolta convince a metà, anche se l’obiettivo vero è stato raggiunto: occorreva vincere e la vittoria è arrivata.

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