Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, la mostra DIETROFRONT. Il lato nascosto delle collezioni, dal 17 dicembre 2013 al 2 febbraio 2014, rivela, attraverso quaranta opere, le storie contenute nel loro retro, ovvero nel lato quasi mai visibile, in cui si trovano sorprendenti scoperte come altri dipinti, bozzetti, prove di pittura, poesie, annotazioni manoscritte, numeri di antichi inventari, cartellini di esposizioni o attestazioni di proprietà, ceralacche e molto altro ancora.
L’esposizione, ideata e curata da Giovanna Giusti, per la Galleria degli Uffizi, organizzata dall’Associazione Amici degli Uffizi, col contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è parte del ciclo I MAI VISTI, che ogni anno presenta aspetti della collezione del museo fiorentino poco noti al grande pubblico.Il percorso espositivo di Dietrofront, composto da dipinti, marmi antichi, maioliche, uno stipo e un altare, offre una doppia visibilità delle opere, presentandone il recto e il verso.I segni che spesso questi capolavori celano nella parte non visibile al pubblico sono in grado di raccontare la loro vita e il loro cammino collezionistico.
Ad esempio, tra le opere del Quattrocento, la scena dell’Annunciazione è dipinta nel retro delle tavole dei nobili ritratti dei Baroncelli, mentre nel Trittico di Froment, che nella severità della cultura d’Oltralpe scandisce episodi della vita di Cristo, culminanti al centro nella resurrezione di Lazzaro, le ante chiuse raffrontano Maria e il committente dell’opera, devotamente inginocchiato.
Esempi di raffinata e rarissima combinazione sono costituiti dalla Deposizione di Gerard David, appartenuta, insieme alla matrice d’incisione conservata sul retro, ad Eleonora di Toledo, moglie del granduca Cosimo I de’Medici, e da una preziosa ‘custodia’ di Jan Brueghel il vecchio, che proteggeva, riproponendolo in copia, l’originale di Dürer raffigurante Il Grande Calvario, opera che a sua volta ha nel retro un Paesaggio dipinto dal medesimo Brueghel; mentre il doppio Palma il Vecchio riunisce un ritratto di donna e l’autoritratto del pittore veneto.
Anche un Altare da viaggio, racchiuso in un prezioso baule, in uso alla Corte medicea e uno stipo ottocentesco riservano altre sorprese. Liriche trascritte sul retro di ritratti ampliano la sfera intima dell’autore con dediche d’amore ,Alfieri e lacontessa d’Albany dipinti dal Fabre o accompagnano l’autoritratto che viene offerto in don Pier Leone Ghezzi e Giovanni Camillo Ciabilli.
Talvolta gli autoritratti degli artisti, come nel caso di Mosè Bianchi, Luigi Russolo, Gregorio Sciltian e altri,conservano nel verso la scelta di un riuso del supporto, testimoniato da un’altra pittura., che ha svelato una firma e un altro autore , sul retro dell’autoritratto di Rosai una veduta di Venezia dipinta da Mario Salvini.
Il visitatore viene idealmente condotto all’interno dell’atelier al momento della creazione, dove tornano insuperficie curiosità come una scena d’ambiente con un gatto e un topo o ritratti capovolti. In alcuni casi, l’opera nasce in doppio, come nell’autoritratto del brasiliano Camara che pare sprofondare nella tavola per ricomparire sul retro, o come nella doppia effigie di Nano Campeggi, di recente acquisizione, che si mostra di spalle nel recto, mentre fa affiorare sul verso un bozzetto del suo volto giovane e sorridente.fino all’ultimo autoritratto doppio entrato in collezione, donato da Franca Pisani.
Oltre a quelle provenienti dalle collezioni degli Uffizi, la mostra ne ospita altre, concesse in prestito dalla Galleria dell’Accademia, dalla Galleria d’arte moderna di palazzo Pitti, dalla Galleria Palatina, dal Museo del Bargello, dall’Opificio delle Pietre Dure e dalla Villa Medicea della Petraia.