Il dibattito è aperto. L’Europa ci accusa di non saper gestire i campi di raccolta per gli immigrati, visto che a Lampedusa è esploso il problema docce. Un bel po’ di sepolcri imbiancati della politica italiana, che non è stata e non è in grado di sistemare la incivile situazione delle carceri, motivo per il quale la brava Europa ci sta richiamando da quasi trent’anni, hanno fatto il diavolo a quattro. Da destra e da sinistra. Dove erano questi signori parlamentari, fino a ieri? Nessuno si era preso la briga di sapere o di vedere, nonostante ci fossero state proteste e il campo di Lampedusa fosse stato incendiato dai rifugiati stessi, che ora ne chiedono uno nuovo con docce giustamente protette da sguardi indiscreti.
L’Europa minaccia di tagliarci i fondi-immigrati, ma non di intervenire concretamente con uomini e mezzi. Quello che conta, per i nostri coinquilini nel continente, è che gli immigrati restino qui. E va detto che noi stiamo facendo molto, per aiutare questi disperati che arrivano ogni giorno, e i nostri addetti rischiano spesso la vita per salvare la loro. Ma purtroppo non abbiamo camere con doccia a disposizione per tutti, italiani compresi.
Fra le proteste ci sono anche quelle tedesche. Durissime. Ecco: io non vorrei che chiedessero per se la gestione di campi e docce. Come noto sono ottimi specialisti del settore: di impianti del genere ne hanno sperimentati di perfetti. Solo che hanno rimosso il tutto. E ci accusano di razzismo. Che dire?
Agli immigrati di Lampedusa auguro di restare qui. Avremo docce scassate e poco pudiche, ma funzionano ad acqua. E non siamo razzisti.
Umberto Cecchi