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Regalo di Natale di Pepito Rossi a società, Montella e tifosi

admin
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pepito rossiUna buona Fiorentina che riesce a contenere il Sassuolo che non fa molto per impensierire Neto che ci pensa da solo a far salire la pressione a Montella e ai 5mila tifosi arrivati a Reggio Emilia

I NOSTRI VOTI

NETO 6,5: Reattivo tra i pali e persino spericolato nelle uscite, qualità che non aveva mai messo in mostra nella sua versione fiorentina. Fa correre un brivido gelido sulla schiena di Montella e dei 5mila tifosi viola quando decide di saltare in dribbling un attaccante del Sassuolo all’interno della sua area. Gli va bene e per questa volta è perdonato.

TOMOVIC 6,5: La Fiorentina non ha un terzino destro specialista nel ruolo, dunque (visti i risultati non certo confortanti di Roncaglia) tocca a lui adattarsi a questa posizione. E, nonostante qualche incertezza, se la cava, andando anche a spingere sulla fascia soprattutto nella ripresa. In fase di cross non è gran che, ma non si può chiedere tutto a un “ex” difensore centrale.

COMPPER 6+: Chiamato a sostituire un monumento della difesa viola come Gonzalo Rodriguez, riesce a calarsi bene nella partita, rintuzzando gli attacchi degli avanti del Sassuolo che, a dispetto della classifica,  possono contare su elementi di sicuro avvenire del calibro di Zaza e Berardi.

SAVIC 5,5: E’ l’incaricato di seguire da vicino Zaza e, nel primo tempo, va in difficoltà perché l’attaccante del Sassuolo, pur essendo più alto di lui, ha un passo più rapido e, in un paio di circostanze, lo salta con troppa semplicità. Si riprende nella ripresa quando riesce, finalmente, a mettere la museruola al pericoloso centravanti avversario.

PASQUAL 6: Torna titolare dopo la pausa di domenica scorsa. Non scende con la consueta continuità sulla sua fascia di competenza, anche perché davanti a sé a Vargas che gli intasa gli spazi. Ma dà il suo contributo in fase difensiva e, quando esce il peruviano, si rifà vivo anche in avanti.

AMBROSINI 6,5: In un campo disastroso come quello di Reggio Emilia la sua abilità nel recuperare i palloni viene esaltata e, così, diventa un preziosissimo lottatore al servizio della causa. Sfiora anche il gol con un terzo tempo aereo (stile basket), disinnescato da Pegolo proprio sul più bello. Finisce addirittura in crescendo, a dispetto dei suoi 36 anni suonati

AQUILANI 6: Un tempo e mezzo da regista un po’ zoppicante. Quando la palla passa tra i suoi piedi, infatti, la manovra viola si rallenta di alcune frazioni di secondo che, a conti fatti, risultano determinanti per togliere brillantezza al gioco viola. Meglio, dopo l’ingresso di Pizarro, nel momento in cui torna a fare il ruolo che più gli si addice. Sbaglia anche un gol clamoroso, ed è la seconda volta consecutiva in trasferta, dopo l’errore di Roma. Ma stavolta la Fiorentina vince lo stesso.

BORJA VALERO 5,5: Dopo un buon inizio non riesce, stranamente, a mettersi in moto e la Fiorentina ne soffre. Nella sua gara sotto tono, rispetto allo standard eccelso a cui ci ha abituato, influisce certamente anche il  ampo, in condizioni davvero pietose e poco adatto a giocatori tecnici come lo spagnolo più amato di Firenze.

Dal 32’ st MATI FERNANDEZ 6: Pochi minuti, ma positivi e anche una mezza rabona che fa entusiasmare i tifosi viola, già ebbri dopo il gol di Pepito Rossi.

VARGAS 5,5: Meno efficace delle ultime uscite, quasi il clima prenatalizio lo avesse influenzato negativamente. La grinta, comunque, ce la mette tutta, un po’ meno la testa, visto che tatticamente commette qualche errore di troppo.

Dal 19’ st PIZARRO 6: Dopo un’ora trascorsa in panchina fa il suo ingresso in campo perché Montella lo vuole pungolare nell’orgoglio, quasi a dire: “entra e fai vedere chi sei!”. Ma l’inizio è da incubo e c’è già chi storce la bocca, alludendo a una sua presunta partenza a gennaio a causa di un rapporto ormai incrinato. Poi si cambia le scarpe e cambia anche la sua prestazione, offrendo la palla gol a Pepito Rossi che, prima cerca di restituirgliela, poi sfrutta un rimpallo per bucare Pegolo. Dopo la rete corre sotto gli spati occupati dai tifosi viola quasi avesse fatto lui il gol. Questo è il migliore segnale di una storia che potrebbe ripartire.

ILICIC 6+: Il gol di domenica scorsa è stata la migliore medicina per un giocatore che sembrava l’ombra di se stesso. Adesso è tornato in forma e si è ricordato di avere due piedi da fuoriclasse, oltre che un fisico imponente che mette un po’ paura ai suoi dirimpettai. Tutte qualità che riesce a sfruttare bene a Reggio Emilia, pur divorandosi un gol fatto nel finale: la palla finisce sul palo, ma il cioccolatino offertogli da Rossi era già scartato… Dal 43’ st WOLSKI s.v.

ROSSI 7,5: E’ suo il regalo di Natale ai tifosi viola e non poteva essere altrimenti. In una gara diventata difficilissima da sbloccare, con una Fiorentina lenta e troppo impacciata per essere vera, soltanto una delle sue magie poteva cambiare la storia del match. E così è stato. Nel primo tempo non riesce mai a liberarsi della marcatura arcigna a cui è sottoposto. Nella ripresa, invece, si carica tutta la squadra sulle spalle e, dopo un tentativo che solo un Pegolo in versione super riesce a sventare, la mette dentro con quel piede destro che, secondo gli esperti del calcio da teleschermi, dovrebbe usare solo per camminare. Ma non è così e lo dimostra a tutti firmando una rete di astuzia e prepotenza che porta in dono tre punti d’oro alla Fiorentina.

MONTELLA 6+: Deve fare a meno di due pilastri del calibro di Gonzalo Rodriguez e Cuadrado. Assenze pesanti contro un Sassuolo compatto e determinato, ben messo in campo dal suo amico Di Francesco che vince, a colpi di tattica, il primo round. Ma dopo 45’ tra i più brutti della stagione, il mister viola ha un sussulto e sveglia la Fiorentina negli spogliatoi. La squadra, infatti, torna in campo trasformata e vogliosa di non farsi sfuggire la grande occasione di avvicinare il Napoli in classifica. Impresa che riesce  grazie all’asso nella manica Pepito Rossi, ma anche ad alcune mosse di Montella, coraggioso a togliere dal campo un Borja Valero stanco e poco ispirato e a reinserire quel Pizarro che pareva ormai fuori dal gruppo.

Tommaso Borghini

 

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