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Napolitano delude, Renzi snobba le sedi PdIl ritorno di Parisi. Dove sono le novità?

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renzi segreteria+cecchiLa politica, o almeno quello che resta della politica, affronta l’anno nuovo. Ma c’è davvero qualcosa di nuovo nel vecchio che avanza e che seguita a dominare: primo in testa fra tutti questo governo incapace non dico di fare una riforma, ma anche di avere un’idea?
Certo, colpisce in senso negativo il discorso di fine d’anno del Presidente della Repubblica. Un’angoscia. Un chiedersi chi fosse mai quel bravo signore che ci parlava, ora guardandoci in viso ora con gli occhi sugli appunti.
napolitano1Diceva cose disperanti: si sarebbe dovuto fare… bisognerebbe aver affrontato… sarebbe il caso di aver fatto…Insomma, era un cittadino italiano senza poteri che faceva quattro chiacchiere al bar con milioni di cittadini italiani senza poteri, o era il primo fra tutti i cittadini? Quello che avrebbe dovuto richiamare e bacchettere, non sospirare sul non fatto.
Difficile pensare, ascoltandolo,  che fosse lui l’origine di tutto: origine di un deludente governo Monti che ha tolto ai poveri per dare alle banche e far felice la signora Merckel e saziare il suo rigorismo. Origine di un successivo governo bipartisan, che non ne ha azzeccata una nemmeno per sbaglio, anche perché non ha affrontato nessun problema se non quello di togliere di tasca altri euro a quegli italiani che di euro non ne hanno più.
Insomma, il Capo dello Stato  con una vaga aspirazione al  presidenzialismo, non ha avuto il coraggio di dire: signori del Governo, non avete fatto il vostro lavoro, non lo sapete fare, e dovete cambiar rotta. Assolutamente. Ora basta, andatevene prima d’essere cacciati a pedate.
Era questo che gli italiani avrebbero gradito dal presidente.
Novità poche, dunque. Soprattutto nei partiti, se si fanno due piccole eccezioni, tutte e due interne agli schieramenti interessati, ma poco importanti per i cittadini.
Renzi ha riunito la segretaria del partito trascurando la sede del Nazzareno, e l’incontro di ieri l’ha convocato a Firenze, dove ha evitato i luoghi ufficiali del Pd, come la  sua sede fiorentina, per puntare piuttosto su via Martelli, dov’è invece la sua sede operativa: quella dove ha affrontato la campagna elettorale a sindaco e quella delle primarie a segretario.
Attimo di smarrimento per i tradizionalisti, impuntatura nei commenti dei conservatori ad oltranza, sorrisetti accondiscendenti per chi non vuol dar peso a certe sfumature e vuol dimostrare che qualcosa sta cambiando, come aveva annunciato Nardella nella convocazione. Nessuno però, ha detto un vecchio iscritto, pensava che a cambiare fosse la sede. E’ vero, eppure va detto, che per chi conosce il Pd, o meglio, la sua lunga strada per arrivare oggi in via Martelli, si tratta di un cambiamento notevole. Che esce dal rituale. E che potrebbe anche portare lontano, a ben altri mutamenti. Il sindaco segretario non fa niente per caso.
Nel centro destra qualche movimento c’è. L’impressione a tutta prima è che sia un  movimento di quelli che il principone di Salina definiva improntati sul ‘tutto cambi perché tutto resti uguale’.
massimo parisiMassimo Parisi viene insignito della carica di coordinatore regionale di Forza Italia della Toscana, e annuncia che fra qualche giorno verranno nominati i due altri ‘testimoni a latere’. Novità? Grandi cambiamenti? Nuova gestione? Staremo a vedere. Certo è che Parisi aveva questa carica anche prima. Certo è che Parisi è una creatura di Denis Verdini. Se lo saranno, e probabilmente lo saranno, anche gli altri due, ha fatto più movimenti Renzi in una volta sola, che non la neorinata Forza Italia. Che così stando le cose non avrebbe cambiato nulla. E sì che ha alle spalle un bel po’ di gestioni in perdita. Il nulla assoluto per scelte, idee, contrattazione (politica) con il centro sinistra.
Umberto Cecchi

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