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"Firenze ha bisogno di un sindaco a tempo pieno. Ecco perché mi candido" di Claudio Fantoni

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claudio fantoni“Oggi ho inviato al Segretario cittadino e al Presidente dell’Assemblea del PD fiorentino la mia dichiarazione formale di candidatura a Sindaco di Firenze.
Si tratta di una intenzione da tempo annunciata che trae origine, come noto, da un percorso condiviso in questi ultimi mesi con numerosi militanti del PD e cittadini fiorentini.
Ciò avviene in piena aderenza con quello che è lo spirito e la norma del Partito Democratico, di cui sono fondatore, che sin dalla sua costituzione ha individuato nello strumento delle primarie il principale elemento di caratterizzazione identitaria. Il Partito Democratico nasce infatti con le primarie e, in questi anni, ha proseguito nella selezione della sua classe dirigente, per tutte le cariche monocratiche e non solo, ricorrendo a queste. Lo ha fatto in una logica espansiva e non restrittiva. Cambiando le regole per consentire queste anche quando non previste, per modificare le norme al fine di agevolarne l’utilizzo e facilitare l’espressione di più candidature. Mai per limitarle, mai proponendo regole o assumendo decisioni politiche che nei fatti abbiano impedito il confronto e la scelta tra più candidati. Questo è quanto avvenuto, al di là delle considerazioni e delle opinioni personali, comprese quelle del sottoscritto.
Questo è quanto in coerenza si auspica avvenga nei prossimi giorni anche per Firenze, confidando che le dichiarazioni che si sono susseguite nelle scorse settimane e i tentativi, contestati perché ritenuti illegittimi, di modificare le regole per impedire l’effettuazione delle primarie siano collocati nella dimensione della improvvida ed episodica scompostezza del “dibattito” politico, quindi saggiamente accantonati e superati.
A Firenze, le primarie sono più che mai necessarie. Lo sono certamente proprio perché coinvolgono l’interesse ed il ruolo dell’attuale segretario nazionale che, impedendole, finirebbe per contraddire la natura stessa del partito che governa e lo strumento che lo ha portato, ieri, ad essere Sindaco della nostra città, concorrente alla candidatura alla Presidenza del Consiglio (con regole, in entrambi i casi, appositamente modificate per consentire a lui e ad altri la possibilità di concorrere) ed oggi Segretario del PD.
Lo sono più che mai se si guarda alla città e agli interessi dei fiorentini ed in particolare agli elettori del centrosinistra a cui non può essere sottratta la facoltà di esprimersi su una serie di considerazioni e di questioni che per loro natura richiedono dibattito, confronto e diritto di scelta.
Si tratta di questioni di semplice buon senso che perciò rischiano di apparire come banali ma che, considerata la situazione, occorre esplicitare. A partire dal fatto che nel momento in cui si sceglie il prossimo candidato Sindaco per Firenze è doveroso guardare esclusivamente agli interessi della città e non, ad esempio, a questioni afferenti gli equilibri interni di partito o, peggio, ad interessi relative a percorsi di carriera politica personali.
Se così è e così deve essere, è del tutto evidente e ragionevole ritenere che Firenze richieda un Sindaco a pieno tempo, completamente dedicato alla città e ai bisogni dei suoi concittadini. Certamente non un Sindaco a mezzo servizio che, ulteriore aggravante, si prevede non concluda nemmeno l’intero mandato.
Firenze ha bisogno di attenzione quotidiana e continuativa, tanto quanto di un piano strategico di governo e di sviluppo. Anche in questo caso si tratta di una ovvietà, purtroppo nei fatti non scontata, perché diversamente vuol dire governare un territorio complesso senza una chiara idea dei bisogni, quindi degli obiettivi da raggiungere oppure semplicemente farlo senza che questi siano indicati e descritti in modo trasparente a tutti i cittadini, senza avere chiaro il perché si agisce e si compiono alcune scelte invece che altre e, non ultimo, a chi giovano.
Firenze richiede quindi certamente una lista di cosa da fare ma questa deve rispondere ad una visione e ad un progetto complessivo che deve sfuggire alla logica di una campagna elettorale permanente. Il nostro compito è governare con il consenso non governare per il consenso. Così come nostro dovere è operare perché si realizzi il più ampio coinvolgimento possibile. Chi amministra bene si deve avvalere infatti delle migliori competenze disponibili. Non deve promuovere l’idea dell’uomo solo al comando perché sbagliata per principio ma soprattutto dannosa nel concreto, negli effetti che produce. L’uomo solo al comando può infatti offrire la sensazione di fare molto ma si tratta di una suggestione che produce molta visibilità personale ma anche molti meno fatti rispetto a quelli che si potrebbero e si dovrebbero realizzare.
Io mi candido ponendo quindi come presupposti ed in una logica di servizio queste considerazioni. Lo faccio e nell’ambito della campagna delle primarie e dei percorsi che verranno avviati nelle prossime settimane con l’intenzione di proporre un contributo alla definizione di un progetto ed un programma per Firenze che guardi esclusivamente al suo interesse, quello di noi fiorentini.
Lo faccio perché, in coerenza con quanto annunciato e condiviso con molti, non ci si può fermare se ciò significa sacrificare il merito delle questioni. Abbiamo davvero bisogno di cambiamento, di una nuova politica, di persone che non cambiano costantemente idea a seconda della convenienza”.

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