I toscani sono sempre meno ottimisti per il futuro ma sono anche sempre più convinti che cibo e moda ci aiuteranno ad uscire dalla crisi. Il 70% ha paura di perdere il lavoro mentre per il 35% pensa che l’anno appena iniziato sarà addirittura peggiore di quello che si è appena concluso. A dirlo è un sondaggio di Coldiretti-Ixè (info su www.toscana.coldiretti.it) secondo cui per il 51% non ci saranno cambiamenti importanti mentre sono solo il 14% quelli convinti che ci sarà un miglioramento. Oltre la metà (53%) teme per il futuro di non riuscire ad avere un reddito sufficiente per mantenere la propria famiglia. Se il 42% dei cittadini vive infatti senza affanni, il 45% riesce a pagare appena le spese senza permettersi ulteriori lussi, mentre il 10% nonhanno oggi – precisa Coldiretti – reddito a sufficienza neanche per l’indispensabile a vivere. Per uscire dalla crisi e sostenere la ripresa la maggioranza degli italiani (54%) considera la produzione di cibo il vero motore dell’economia e il 18% punta sulla moda, altro settore che in Toscana, proprio in questi giorni sta dando il meglio di se con l’85esima edizione di Pitti Uomo. Il cibo e la moda – prosegue la principale organizzazione Coldiretti – sono anche considerati trainanti anche per l’immagine del nostro paese e del Made in Italy all’estero rispettivamente dal 45 e dal 38% degli italiani. Ecco perché per Coldiretti il lavoro e la tutela del vero Made in Tuscany agroalimentare dovranno continuare ad essere una priorità nel futuro della Toscana. “L’agricoltura e l’agroalimentare rappresentano oggi il 3,5% del Pil con un valore di circa 3miliardi di euro dando lavoro a circa 66mila persone; – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – Fenomeni come italian sounding, contraffazioni, sofisticazioni e tarocchi sono una zavorra alla crescita di questo settore nella nostra regione e nel nostro paese”. Solo la finta Toscana ci costa 30mila posti di lavoro e 6miliardi di fatturato mancati l’anno. “I margini di crescita sono enormi e potrebbero assicurare una risposta in termini economici, occupazionali e di sviluppo alla regione a patto che si metta latutela e la trasparenza in cima alla lista delle priorità. Tutelando i nostri prodotti daremo – conclude Marcelli – anche una risposta alla crisi di lavoro della nostra regione”.