Finalmente Simone Casati, presidente del GAMPS – Gruppo Avis di Mineralogia e Paleontologia – di Scandicci, ce l’ha fatta. Dopo anni di lotte, grazie sia alla sua caparbietà che degli altri volontari, il lavoro fatto ufficialmente dal 1998 ha avuto la giusta collocazione culturale e scientifica. Oggi, 18 gennaio, è stata inaugurata la mostra “La Toscana… un mare di anni fa”, che raccoglie la splendida quanto ricca e unica collezione di minerali e fossili raccolti in Toscana.
C’è voluto tanto tempo perché questa realtà di grande valore scientifico e didattico avesse riconosciuto un suo status giuridico. Anni in cui a Scandicci si è creato un acceso dibattito sia all’interno del consiglio comunale, come ha ricordato oggi Gennaro Oriolo presidente della commissione cultura del comune di Scandicci, sia con la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana.
Oggi, grazie allo sforzo sinergico delle istituzioni coinvolte, del Gamps e alla collaborazione di esperti dell’università di Firenze e di Pisa, la collezione di reperti è passata dallo status di “amatoriale” a quella di mostra temporanea con l’obiettivo di essere riconosciuta come permanente. All’inaugurazione, avvenuto presso la bellissima abbazia di Badia a Settimo dove il Gamps ha la sua sede, sono intervenuti, oltre a Simone Casati, Antonio Pessina (nella foto al microfono) Soprintendente della Soprintendenza dei Beni Archeologici della Toscana, Gabriele Coveri assessore all’innovazione del Comune di Scandicci, i professori Giovanni Bianucci del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, Lorenzo Rook e Giovanni Pratesi del Dipartimento Scienze della Terra dell’Università di Firenze, la dottoressa Maria Angela Turchetti della Soprintendenza dei Beni Archeologici della Toscana.
Nel corso dell’inaugurazione è stato evidenziato il valore sia delle sinergia fra i vari soggetti coinvolti, sia del lavoro dei volontari, una risorsa ormai indispensabile per il mondo scientifico. “Difficile riuscire a creare una sinergia fra istituzioni – ha evidenziato Antonio Pessina – In questo caso, seppure tra mille difficoltà, ce l’abbiamo fatta è il risultato è questa mostra unica che è un valore aggiunto sia per Scandicci che per la Toscana e che è visitata da tanti paleontologi provenienti da tutto il mondo”.
Nella collezione infatti ci sono reperti fossili di cetacei, sirenidi, pesci, e squali in particolare, che sono stati trovati in Toscana risalenti al periodo del pleistocene, tra i 2,5 e i 5 milioni di anni fa, quando la regione era sommersa dal mare. Reperti di grande valore scientifico soprattutto perché rari in altre parti del mondo e per questo oggetto di interesse a livello internazionale. Tra questi, il “pezzo forte” della collezione: lo scheletro di balena lungo 10 metri, scoperto nel 1998 vicino Castelfiorentino.
Tutti i reperti sono stati trovati dai volontari, l’altro valore aggiunto della ricerca paleontologica. “Oggi, che le istituzioni hanno carenze economiche e di personale, i volontari sono fondamentali – ha spiegato Giovanni Pratesi – perché molti di loro hanno conoscenze scientifiche di alto livello e, grazie alla loro passione, riescono a trovare reperti importanti per la ricerca e per la scienza”. Domani, domenica 19 gennaio, la mostra verrà aperta al pubblico dalle ore 10 alle 19 con possibilità di visite guidate.
Elisabetta Failla