Quel ‘grazie’ di Matteo Renzi a Silvio Berlusconi per aver accettato l’invito a discutere di riforma elettorale al Nazareno, sede del PD, ha irritato alcuni ma è forse la rivoluzione più importante fra quelle fatte e proposte dal sindaco di Firenze: riconoscere all’avversario il ruolo di avversario. Non quella primitiva di odioso individuo del quale si può volere solo il sangue. Insomma: si torna in qualche modo alla politica della ragione, non a quella della pancia. E’ antipolitico e un po’ tamarro, infatti, demonizzare l’avversario, o mettendolo fuori dal gioco arrotandolo con la macchina sulle strisce pedonali come accade in Myammar, invece di batterlo sul piano elettorale o coinvolgerlo – com’è uso in democrazia – nella costruzione del Paese. Va detto poi che l’uscita di Renzi desta ancor più meraviglia, perché viene da uno nato nella patria dei Guelfi e Ghibellini, che a loro volta si dividono in numerose altre sottospecie.
Il segretario del Pd, in questo caso, si è comportato da politico vero. Non sarebbe affatto male se ne tenesse conto anche Berlusconi: dopo la visita al Nazareno, dovrebbe togliersi di torno i maneggioni del partitismo di poltrona e d’interesse, che non gli portano affatto bene.
Insomma, questo ‘grazie’ potrebbe anche essere il ritorno della politica. La nascita della Terza Repubblica. In fondo è così che si fa la storia.
Umberto Cecchi