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di Umberto Cecchi Napolitano ultimo presidente e primo re dell’Italia novella

admin
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umberto cecchiSe c’è un signore del quale non sono mai riuscito a condividere le idee, è Marco Travaglio. Non lo conosco, non ci ho mai parlato, ma ogni tanto lo leggo. E’ tutto ciò che non sopporto nella vita: il fondamentalismo e la mancanza di dubbi. Ma lui ci crede nella sua infallibilità cosa che certo lo aiuta a vivere più felice di un qualsiasi inquietante e inquieto dubbioso. Devo però dire che su un punto mi sono trovato il linea con lui: sul fatto che il presidente della Repubblica si sia convinto d’essere il primo re di questa Italia così confusa da non saper più distinguere il suo stato politico, né il senso esatto dei limiti storici.
Napolitano ha chiuso per sempre uno iato: quello che si aprì con la partenza di Umberto rex e che si è concluso  con il Napolitano bis, presidente e re. Ha fatto sapere a tutti di non voler riaccettare l’incarico, si è fatto rinominare per applauso, per puro spirito di sacrificio, per arrivare poi a fine anno e asseriere nel suo discorso al paese che niente era stato fatto. E ne era addolorato. Non sembrava un monarca, né un presidente, ma un italiano qualsiasi, senza alcun potere. Così in una serata si è dissolto un mito, che in realtà avevano già dissolto i fatti: quello del presidente rex. Una bella storia avulsa da storia e procedure, di un signore rispettabile che volle mantenere in vita un governo che non c’era e seguita a mantenere in vita un governo che non c’è. Su queste e altre riflessioni Travaglio ci ha scritto un libro pieno di pagine, sul quale sono in parte d’accordo. E me ne preoccupo.
Umberto Cecchi

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