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Pugno di ferro di Rossi sulla sanità rispolverando la vecchia bozza Scaramuccia" di Alberto Magnolfi

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Pugno di ferro di Rossi – e pure senza guanto di velluto – sul Piano sanitario e magnolfisociale integrato della Regione (Pssir) approvato ieri sera da una giunta con la sordina innescata che ha dato il via sostanzialmente alla vecchia bozza Scaramuccia, datata 2011 e che già allora appariva obsoleta. Figuriamoci adesso.
Incalzato dagli atti, con un nostro question time che chiedeva tempi e modi per superare l’ormai intollerabile ritardo sulla programmazione sanitaria, denunciato negli ultimi giorni con forza anche dal Presidente del Consiglio Monaci, e dinanzi a un conflitto istituzionale senza precedenti  Rossi si è sentito punto sul vivo e ha pensato di poter mettere una toppa formale sulla questione. Questo gli consentirà di risponderci mercoledì in aula con una carta in mano. Ma che carta? Possibile che un piano rimasto in sonno per quasi tre anni perché già poco convincente e superato dai fatti, ritrovi oggi grazie al solo corredo di sette linee-guida che in realtà lo bignamizzano e basta, uno smalto così fulgido da esser varato in fretta e furia, quasi alla chetichella?»
«E’ chiaro che su questa operazione esprimiamo le più vive riserve sia di merito, per i contenuti specifici che non calzano di sicuro sulla realtà attuale, sia di metodo, dal momento che quanto approvato ieri dalla giunta è esattamente ciò che il Consiglio (Presidente, opposizione e buona parte della maggioranza) chiedeva di non fare. Siamo davanti all’ennesimo sgarbo istituzionale, secondo una condotta non nuova a Rossi ma che noi abbiamo sempre stigmatizzato, così come tante volte avevamo denunciato in sede politica l’assenza di programmazione sanitaria divenuta adesso anche una questione di relazioni istituzionali. Oggi Rossi può dire di avere le carte in regola, lasciando la sostanza alle ortiche. E’ la stessa pratica che quattro anni fa gli consentì di fondare la sua campagna elettorale da governatore sul vanto di una contabilità sanitaria in pareggio, proprio mentre si stava sviluppando la voragine nelle casse della Asl1 di Massa Carrara, in seguito non rimasta caso isolato pur senza raggiungere quelle dimensioni di dissesto. Chi si contenta gode. Ma noi no davvero».

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