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Il presidente invoca chiarezza dalla provincia e dal comune dopo la sentenza della corte di Cassazione

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Andrea-Pieri“Alla luce dell’ultimo pronunciamento della Corte di Cassazione, chiediamo alle istituzioni coinvolte, Comune e Provincia, di fare chiarezza sulla vicenda, permettendoci di tornare a programmare l’attività sportiva, con maggiore serenità”. È questo l’appello lanciato dal presidente della Rari Nantes Florentia, Andrea Pieri, a margine della conferenza stampa di questa mattina, nella sede della Società, in Lungarno Ferrucci.
“Abbiamo appreso – spiega Pieri – che è in atto un crono programma per la demolizione delle strutture poste sulla riva sinistra dell’Arno, ma a noi non è arrivata nessuna comunicazione ufficiale, quindi chiediamo che si faccia chiarezza, una volta per tutte, sulla questione. La sentenza infatti non invalida il crono programma. Siamo anche disponibili a discutere un piano di riordino con Provincia e Comune (La Provincia rivendica un credito di 860mila euro nei confronti della Rari Nantes, che secondo la società, ammonterebbe a circa 60mila euro, mentre il comune rivendica altri crediti, che però, sempre secondo la Rari Nantes, si compenserebbero con la mancata possibilità di sfruttamento della piscina sotto lo stadio comunale Artemio Franchi), tanto che se non sarà possibile, saremo direttamente noi a presentarlo alle istituzioni. Se non verrà preso in considerazione, lo faremo validare da un tribunale”.
Stando ai dati diffusi nel 2013 la società avrebbe registrato perdite per oltre 500mila euro. 200mila derivano da: diminuzione dei soci (114 soci in meno, rispetto all’anno precedente), diminuzione dei corsi di nuoto e di altre attività, mentre 320mila derivano dalle mancate sponsorizzazioni. “Nonostante questo – continua Pieri – siamo andati avanti con grandissimi sacrifici, senza licenziare nessuno. 8 dipendenti lavorano per noi, mentre 200 sono i collaboratori che ci aiutano a mandare avanti l’attività. Sono indietro con gli stipendi, ma grazie anche ai loro sacrifici, siamo riusciti a portare avanti il nostro lavoro”.
La sentenza della Corte di Cassazione si è basata sul PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) presentato dall’Autorità di Bacino e risalente al 2010. Nel piano si dice, sostanzialmente, che le strutture presenti sulla riva sinistra dell’Arno, ed in particolare la piscina Gigi Raspini della Rari, non incrementano la pericolosità, in caso di esondazione del fiume. Secondo gli studi, infatti, anche se i piloni della piscina venissero completamente sommersi dall’acqua, questa inciderebbe per circa il 6% sull’esondazione dell’Arno.
 

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