di Umberto Cecchi Con l'arrivo di Renzi a premier un giornale ha rispolevato il "LUI". Non credo sia appropriato

Devo dire che poche cose mi meravigliano ormai in politica. Non certo il fatto che Renzi finisca per fare il premier, tutto sommato da un paio d’anni erat in votis, lo era meno, magari questa fratellanza con Verdini, che non è certo una proposta di novità, ma piuttosto di cose viste e riviste e abbastanza complicate. Meglio sarebbe stato se il connubio con il centro destra, poiché doveva e deve esserci, fosse stato ordito con altri, meno ‘impelagati’ con il passato.
Insomma, evitare il vecchio che avanza, come il sindaco aveva promesso. Così facendo, mi chiedo, che rottamatore è? E’ piuttosto il cosidetto ‘Artiglio’, famosa nave recupero dei vecchi tempi.
A dire il vero, però,  c’è una cosa che mi inquieta ancora di più, anche questa legata al passato, stavolta remoto. Un paio di giornali locali inneggiano a Renzi, ma uno di questi, titola al tutta pagina con un ‘Lui a Palazzo Vecchio, un primo bilancio’.
Erano circa settant’anni credo  che non si leggeva un LUI a tutta pagina così spudorato per parlare del presidente del consiglio. Per favore, conteniamoci. Vero è che l’Italia va a ventenni: finito quello di Berlusconi comincia quello di Renzi, ma neppure per il Berlusca è stato mai usato un Lui tanto referenziale. E per di più  così disinvolto, affettuoso quasi,  tanto da non far gioco neppure all’interessato che se ben conosco, rifiuta per primo certi ‘richiami’ pericolosi ormai abbandonati nei meandri della storia patria e di quella e del giornalismo.