È arrivato il Carnevale la festa di grandi e piccini con sfilate di carri, maschere burlone e irriverenti nelle strade e nelle piazze delle città italiane .
A Firenze la maschera tradizionale è Stenterello ideata da un artigiano che ebbe i natali a Rifredi nel 1751,Luigi Del Buono di mestiere orologiaio con una bottega vicino l ‘Arco dei Pecori in piazza del Duomo ,che preferì al suo lavoro la carriera di attore.
A quell’epoca ,non erano pochi i giovani artigiani che si dilettavano a recitare e a scrivere testi da mettere in scena a teatro e il giovanissimo Del Buono, innamorato del palcoscenico e della recitazione,si impegno’in un repertorio misto di tragedie e farse dove impersonò la maschera di Arlecchino,unica sopravvissuta alla riforma del teatro e ancora in grado di suscitare la simpatia e il consenso del pubblico .
Quando il Del Buono incontrò nel 1782 Andolfati ,grande attore e autore di drammi e tragedie,che lo incoraggerà a scrivere le sue prime commedie “I due Gobbi” e “i Malaccorti”,dove appaiano due figure nuove Trastullo e Rusignolo,gli venne in mente di creare un personaggio proprio e originale, ovvero una maschera fiorentina nella fisionomia, nei modi, e nell’agire alla pari di Meneghino,Gianduia,Pantalone della commedia dell’arte .
La sua idea si concretizzò a Napoli dopo aver frequentato assiduamente sempre con l’amico Andolfati i teatri partenopei dove andavano in scena le storie impersonate da Pulcinella,antagonista di Arlecchino,maschera bergamasca e la prima apparizione di Stenterello a teatro avvenne in una commedia “Florinda e Ferrante principi di Gaeta con Stenterello buffone di corte” ,scritta da Del Buono nel 1793, rappresentata poi al teatro del Cocomero di Firenze.
Anni dopo tra il 1798 e il 1800 la maschera acquista una vera e propria dignità con la creazione di un repertorio e di una precisa fisionomia e quando lo stesso Del Buono dal palcoscenico dirà con un “invito al pubblico: sono io l’ex Luigi Del Buono ora conosciuto per Stenterello.”
Zimarra blu,sottoveste gialla,calzoni corti neri,lunghe calze dai colori accesi: una di cotone rossa e una fantasia, o due diverse tra loro ma a righe, parrucca bianca e codino che incorniciano il viso dalla fronte spaziosa ,occhi vivaci sotto due sopracciglia ben marcate,in testa porta un cappello nero bicorno.
Disegnata sulla sottoveste una bottiglia di vino che sottolinea il suo amore per il bere, Stenterello è colui che dispensa massime e consigli interpretando ora il cinico,ora l’arrivista ,ora il protettore dei deboli ,ora il donnaiolo impenitente, dalla risposta pronta, pungente in vernacolo fiorentino; a tavola pare che sia golosissimo di una sorta di pasta fritta fatta in casa ( un modo veloce di fare merenda o un rimedio per accompagnare affettati e formaggi se il pane è finito) ,simile ai coccoli fiorentini e ai panigacci della Lunigiana: il “tondone” . Una curiosità riportata da Pellegrino Artusi nell’incipit della ricetta delle frittelle di tondone :”Se non sapete cosa sia un tondone chiedetelo a Stenterello che ne mangia spesso perché gli piace”…
Patrizia Scotto di Santolo
Home FASHION&STYLE Carnevale con Stenterello maschera fiorentina goloso del "tondone" antisignano del coccolo