Il concorso Omega al soprano Lucia De Blasis

 E’ il soprano romano Lucia De Blasis, 27 anni, (nella foto) la voce che ha convinto di più la giuria della seconda edizione del Concorso internazionale di canto lirico Omega (organizzato dalla omonima associazione musicale fiorentina), giuria presieduta da Bruna Baglioni, mezzosoprano dei Colli Romani,  e composta dai direttori artistici dei teatri di tradizione di Pisa, Livorno e Novara, da impresari lirici, direttori d’orchestra e musicologi.  Lucia De Blasis si è imposta  su un parterre di un centinaio di concorrenti, attratti al concorso dalla formula che prevede l’inserimento dei vincitori nelle produzioni Omega, come accaduto già in occasione delle rappresentazioni di Traviata, Madama Butterfly e Pagliacci, i titoli d’opera che hanno composto il cartellone dell’ultima stagione allestita da Omega con il concerto di Susanna Rigacci, la “voce” di Ennio Morricone, e con La Buona Novella di Fabrizio De André.
Ancora un soprano, la greca Myrto Bocolini, al secondo posto, mentre sul terzo gradino del podio si è insediato il baritono Junk Junsik: con la vincitrice – che ha destato sorpresa per la capacità di eseguire un’aria senza prove insieme all’orchestra diretta dal maestro Alan Magnatta Freiles – saranno protagonisti, sabato 26 aprile alle 21, nella sala San Filippo Neri in piazza San Firenze che ha ospitato anche la fase finale del concorso, di un concerto  insieme ad altri partecipanti alla Masterclass per tecnica vocale ed interpretazione lirica (info su www.omegamusica.org).
Lucia De Blasis, nata ad Avezzano, in Abruzzo, ma romana d’adozione, ha cominciato la scalata ai palchi della lirica internazionale a partire dal National Grand Theatre, in Cina, e ha vinto, a quanto racconta la sua biografia, altri due concorsi. I programmi per il futuro l’aspettano nella parte-cammeo di Zerlina (quella del celebre duetto “Là ci darem la mano”…) nel Don Giovanni di Mozart, mentre a giugno l’attende il ruolo di Argelia, la protagonista di L’esule di Roma ossia Il Proscritto di Gaetano Donizetti in un teatro di Vienna.
 Paolo Pellegrini