di Tommaso Borghini
Cesare Prandelli snocciola le sue verità sul caso Giuseppe Rossi nel corso della conferenza stampa di vigilia dell’ultima amichevole dell’Italia pre Mondiale. Parole che arrivano dopo lo sfogo via twitter dello stesso attaccante viola che non aveva fatto mistero della sua delusione per l’esclusione dal gruppo dei 23, polemizzando con il Ct azzurro. Una polemica che, di fatto, non sembra stemperarsi neppure dopo le dichiarazioni dello stesso Prandelli, secondo cui Rossi avrebbe saputo già dall’inizio di non essere nel gruppo dei partenti per il Brasile.
“Non mi aspettavo certe critiche – spiega Prandelli – io con Rossi mi sono incontrato a Coverciano prima di dare la lista dei 30 perché volevo parlare con lui, volevo avvisarlo che secondo me non aveva fatto i minuti dovuti con la Fiorentina, anche nella finale di Coppa Italia. Volevo dirgli che non era nei 30, poi, incontrandolo, ho capito che chiamarlo a Coverciano sarebbe stato qualcosa di bello, per tutti, da far vedere ai ragazzi, per quanto era determinato. Lui mi disse ‘ti sorprenderò’. Io gli risposi: ‘Giuseppe, non sei comunque nei 23’. E questo gliel’ho ripetuto due volte. Ma gli dissi anche che sarebbe potuta essere una bella storia da raccontare. Comunque è stata una decisione sofferta, perché ho dovuto lasciar fuori un ragazzo(Gilardino ndr) che per 10 anni ho sempre fatto giocare e stimato, che ha avuto comportamenti straordinari”.
Il Ct azzurro prosegue, rivelando altri particolari della vicenda, che sembrano correggere il tiro rispetto a quanto affermato in precedenza, visto che l’amichevole di sabato scorso contro l’Irlanda pare diventare decisiva per la scelta di non portare Rossi in Brasile: “Mi sembrava una storia molto bella, una sfida. Ma gli ho ripetuto più volte ‘Beppe ricordati sempre che non sei nei 23′. Da allora abbiamo iniziato a lavorare, e fin da subito ho detto che Giuseppe aveva già vinto. Adesso mi meraviglio che si siano meravigliati tutti. Prima della partita con l’Irlanda l’ho chiamato e gli ho detto che avevo visto tutti gli allenamenti, li avevo anche filmati e, se dal punto di vista fisico era messo abbastanza bene, da lui pretendevo che giocasse più da attaccante, non da centrocampista. Che non facesse quei movimenti tipici da uno che ha subito il trauma di un lungo infortunio. Nel corso della partita ho tolto anche Immobile per spostarlo più avanti, ma non ho visto quello che volevo vedere”.
Infine Prandelli parla anche di una decisione presa per rispetto della Fiorentina: “E’ stato un gesto di rispetto nei confronti di tutti: della mia squadra, dei giocatori che stanno bene e anche della Fiorentina, che ha fatto un investimento importante su questo ragazzo. Un segno di rispetto nei confronti dei tifosi della Fiorentina, perché, visto che avrebbe corso dei rischi, non me la sono sentita di chiamarlo. Sarebbe stato facile farlo, avrei fatto contenti tutti, ma ho preferito agire diversamente e dargli tempo di completare il suo percorso di recupero. I dati dei test di Rossi? Alcuni erano buoni, altri meno buoni”.
C’è tempo anche per parlare di twitter e facebook, dove si è scatenata una vera e propria “rivolta” nei confronti delle decisioni di Prandelli, soprattutto da parte dei tifosi viola: “E’ bello che la gente difenda il proprio idolo, ma mi è stata fatta una violenza, dicendo cose non vere sul mio conto. I social network fanno parte della nostra vita, basta una frase per muovere le masse. Se tantissima gente usa i social network, però, forse abbiamo perso la voglia di approfondire”.
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