Davvero ciarlierio Nicola Pecini, agente di Federico Bernardeschi, il talento viola rientrato dal prestito al Crotone. Radio, giornali, siti, non passa giorno che Pecini non rilasci dichiarazioni, che sono una la fotocopia dell’altra. In sostanza fa capire che il giocatore vorrebbe andare in un’altra squadra, temendo di passare una stagione in panchina se restasse in maglia viola. L’ultima “sirena” si chiama Cagliari e in particolare il suo nuovo tecnico Zeman, maestro nel lancio dei giovani, oppure Udinese. Posso comprendere l’ansia di Bernardeschi e del suo agente. Montella, contrariamente a quanto si dice (spesso tanto per dire) , non ha certo nella valorizzazione dei giovani la sua dote migliore. Anzi, è abbastanza cauto nel loro utilizzo.
Detto questo sembra assurdo pensare che la Fiorentina si privi dell’unico giocatore di serie B convocato per due stage nella Nazionale di Prandelli.Credo che Bernardeschi possa trovare posto tranquillamente fra i titolari della Fiorentina nella prossima stagione (dove per titolari intendo i 16/18 giocatori che vengono maggiormente utilizzati). D’altronde ci sono più elementi che dovrebbero far sperare a Bernardeschi di poter indossare la maglia viola:
1) Si cresce giocando a fianco dei migliori, non dei più scarsi (con tutto il rispetto per i giocatori di Cagliari e Udinese).
2) La Fiorentina offre il palcoscenico dell’Europa League, e l’esperienza internazionale è un tassello fondamentale nella crescita di un calciatore.
3) Se Bernardeschi mostra, attraverso le dichiarazioni del proprio agente, di non avere fiducia in se stesso e di non credere alla possibilità di poter conquistarsi il posto in squadra, come può pretendere che la fiducia gliela diano gli altri?
Accetti un consiglio disinteressato: per qualche giorno stia un po’ in silenzio e chieda al suo agente di fare altrettanto. Si presenti al ritiro di Moena caricato a pallettoni e faccia vedere di cosa è capace. Dimostri di avere, oltre ad indubbie doti tecniche, anche carattere (tanto gli servirebbe anche con Zeman o chi per lui). Ricordi, per dirla con le parole dello scrittore cileno Sepulveda, che “vola solo chi osa farlo”.