La sezione fiorentina di Italia Nostra in data 9 ottobre ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica contro il progetto di abbattimento di circa 80 alberi storici in viale Morgagni, nel centro della città, lungo il percorso per la nuova Tramvia, e ne ha segnalato l’abbattimento di altri 100 previsti in altre vie e Viali, alcuni dei quali facenti parte dell’impianto storico ottocentesco del Poggi, per un totale di 180 alberi. L’associazione, nella stessa data, ha chiesto al Soprintendente per i beni architettonici paesaggistici e storici di aprire un’istruttoria e di predisporre un urgente intervento cautelare a tutela di quelle alberature.
L’impianto del Viale Morgagni fu progettato e realizzato, infatti, secondo fonti d’archivio inoppugnabili e documentati riferimenti di studiosi di storia urbana locale, nel 1923 (delib.della Giunta Comunale del 1 marzo 1923), a memoria e onore dei Caduti della guerra 1915-1918, secondo il generale diffuso modello del Viale e del Parco della Rimembranza, che la legge 21 marzo 1926, n. 559 dichiarò poi “pubblici monumenti” assoggettati alla tutela monumentale.
“A giudizio di Italia Nostra – si legge nel comunicato firmato da Mariarita Signorini consigliere nazionale, da Leonardo Rombai presidente della sezione di Firenze di Italia Nostra, da Raniero Casini portavoce del coordinamento 20 gennaio – l’intervento destinato a incidere sull’assetto dell’alberatura di viale Morgagni, riconosciuto Viale della Rimembranza, è soggetto all’autorizzazione del Soprintendente, che invece non risulta essere stata richiesta. Né, per altro potrebbe essere stata data per un intervento vietato anche a norma dell’art. 20 del Codice dei Beni culturali, perché gravemente lesivo dell’integrità del bene, anzi distruttivo della sua stessa sostanza, mentre sembra potersi configurare il danneggiamento aggravato”.
Il vigente Codice infatti riconosce come Beni culturali “le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti d’interesse artistico o storico” quali beni di appartenenza pubblica, per questo essi rimangono assoggettati alla disciplina della tutela, fino a quando non sia stata effettuata la verifica dell’interesse culturale come dispone l’art. 12 dello stesso Codice.
” Dal punto di vista ambientale si rileva continua inoltre un significativo cambiamento:Nel solo tratto alberato di Via dello Statuto, attualmente gli alberi presenti estendono le proprie chiome con un volume complessivo di circa 6.240 metri cubi, intercettando polveri, rumore, emettendo ossigeno e soprattutto mitigando le temperature estive. Se invece di abbattere i grandi alberi presenti, si dovessero invece ripristinare, in modo corretto, tutte le alberature mancanti la potenzialità complessiva sarebbe di circa il 40% in più, cioè 10.560 metri cubi, con pari incremento del beneficio”.
” In pratica i lecci, nei tratti già alberati, – conclude Mariarita Signorini – sono in grado di assicurare mediamente la presenza di 48 metri cubi di chioma per ogni metro di strada un livello qualitativo che i soli carpini previsti nel progetto con chioma stretta e assurgente, e con dimensioni contenute forzatamente tra le linee tranviarie, non potranno mai raggiungere, anche in condizioni vegetative ottimali.
Senza considerare poi il fatto che l’impianto di questi nuovi alberi avverrà in sede ampiamente cementificata dalle massicciate e le armature dei binari e quindi con grandi limitazioni per i loro apparati radicali il cui sviluppo sarebbe essenziale per la formazione di chiome molto sviluppate e stabili”.