Se il Fondo di garanzia non si fosse preso in carico le ‘sofferenze’ del Credito cooperativo fiorentino di Campi Bisenzio (la banca presieduta dall’onorevole Denis Verdini fino al luglio 2010), ”ci sarebbero stati i clienti davanti alla banca e davanti alla villa di Verdini a chiedervi conto”. Lo ha detto il pm Luca Turco, rivolgendosi agli ex vertici dell’istituto, mentre chiedeva al tribunale fallimentare di Firenze di dichiarare lo stato di insolvenza della banca. La richiesta riguarda la ‘gestione Verdini’ e si riferisce al periodo antecedente il 27 marzo 2012: quel giorno si e’ aperta la procedura di liquidazione coatta amministrativa e il Credito Cooperativo Fiorentino (Ccf) – gia’ commissariato da Bankitalia – e’ stato acquistato da Chiantibanca. Il giorno successivo, il Fondo nazionale di garanzia dei depositanti del sistema del Credito Cooperativo si e’ ‘accollato’ i crediti in sofferenza del Ccf. ”L’insolvenza c’e’ quando ci sono debiti insoddisfatti e questa condizione non si e’ verificata”, ha spiegato in aula uno dei difensori, l’avvocato Ettore Rocchi. Gli ex vertici della banca hanno poi chiesto una consulenza tecnica sulle stime – a loro avviso troppo basse – fatte fare dai commissari di Bankitalia sul patrimonio immobiliare dell’istituto e sui beni a garanzia dei crediti. Era presente in aula anche l’onorevole Verdini, che ha preferito non rilasciare dichiarazioni di alcun tipo ai giornalisti. Prossimo appuntamento il 10 settembre, quando la difesa produrra’ le sue memorie sui bilanci depositati dai commissari.