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Intervista di Tommaso Borghini Gomez si confessa:"Basta parole ora servono i fatti. Vorrei restare in campo per tutti i 90 minuti"

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20141118_135059“Basta parole, ora servono i fatti”. Chissà quanti tifosi viola lo vorrebbero dire (se non gridare) a Mario Gomez, il centravanti tedesco che, finora, a Firenze ha giocato pochissimo, deludendo profondamente le attese che lo accompagnarono al suo approdo in riva all’Arno, anche per i numerosi infortuni rimediati in poco più di un anno.
Ma è lo stesso Super Mario ad anticipare le critiche, esordendo così nella conferenza stampa che lo vede protagonista nel cuore dello stadio Artemio Franchi: “Adesso voglio parlare poco e lavorare tanto. So che devo ancora dimostrare il mio valore ai tifosi e alla Fiorentina. Perciò voglio esprimermi solo sul campo e guardare avanti, pensando positivo. E’ finito il tempo di lamentarsi e piangersi addosso. Devo aiutare la squadra a risalire la classifica il più in fretta possibile”.
Quanto le manca il gol?
“Tanto perché la mia caratteristica di gioco principale è quella di segnare. Però non deve essere un’ossessione. Sono certo che lavorando sodo il allenamento verranno anche i risultati sul campo e pure i gol. Li ho sempre fatti. Mi manca solo un po’ di sicurezza davanti alla porta”.
Ma quando pensa di tornare ai suoi veri livelli?
“Presto. Ho lavorato per 4 settimane in modo continuo e sto ritrovando il ritmo partita. Io vorrei giocare sempre 90’, ma mi hanno detto che per l’infortunio che ho avuto è meglio dosare le forze. Ne abbiamo parlato anche con Montella e sarà lui a decidere se e quanto farmi giocare”.
Ha mai pensato a far coppia con Marin in attacco?
“Marin è un grande giocatore e anche lui sta tornando in forma piano piano. Però non voglio pensare a queste cose. Preferisco ragionare in ottica della squadra. Tutti dobbiamo dare il nostro contributo, pensando al bene della Fiorentina”.
Con Babacar pensa di poter coesistere?
“Credo di sì. Lo abbiamo già fatto in amichevole col Real Madrid a Varsavia e all’inizio del campionato. Lui è forte e ha tutto per sfondare e avere una grande carriera. Meno male che è con noi, perché con tutti gli infortuni in attacco non so dove saremmo se non ci fosse stato lui”.
Quanto le manca per essere al cento per cento?
“Non posso dare percentuali. Per me è l’importante trovare la sicurezza nei movimenti e questa può arrivare solo allenandomi bene e cominciando a vincere”..
Pensa al ritorno in Nazionale?
“Adesso no. Penso solo alla Fiorentina che conta molto di più della Nazionale. Quella verrà di conseguenza se farò bene con la maglia viola”.
La cancelliera Merkel ha detto che lei è un giocatore fragilino…
“La Merkel è una esperta di calcio? (scherza, ndr). So che è molto tifosa, però voglio precisare che, prima di venire qui, per sette anni non ho mai avuto problemi fisici. Dunque non penso di essere fragile”.
Il terzo posto è ancora possibile?
“In estate dissi di sì e la squadra non è cambiata… ma ora non dobbiamo pensare a quello, ma solo a tornare a vincere per migliorare la classifica che ci vede molto distanti dagli obiettivi”.
Meglio gli stadi italiani o tedeschi?
“Quelli tedeschi sono tutti nuovi, qui l’unico paragonabile è quello della Juve. Il resto sono vecchi e anche l’acustica ne risente. Ma i tifosi sono molto passionali, più di quelli tedeschi. I campi da gioco, invece, sono pessimi. Anche quello dove ci alleniamo noi ai Campini non è sufficientemente buono”.
Lei ha avuto offerte per lasciare la Fiorentina in estate, perché non ha accettato?
“Perché sono venuto qui con tanta voglia, dissi che se non venivo alla Fiorentina sarei rimasto al Bayern e lo penso tuttora. Non avrebbe avuto senso andare via dopo aver giocato cinque-sei partite”.
Come vive il rapporto con i tifosi viola?
“Loro sono sempre forti e sempre dietro a noi. Dopo la sconfitta con il Napoli erano delusi, ma hanno visto che abbiamo dato il massimo e per questo ci sostengono sempre. Spero che sia sempre così, in questi momenti è molto importante restare tutti uniti”.
Il suo italiano è migliorato, complimenti…
“Grazie, ma voglio i complimenti per come gioco sul campo e non per come parlo italiano”.
Domenica la sfida a Toni, cosa pensa di lui?
“Ci ho giocato insieme solo un anno, ma è un esempio per me perché è sempre positivo, anche quando le cose non vanno bene. Ha sempre il sorriso e per questo lo ammiro molto”.

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