Da Giungamp a Cagliari. Due trasferte che possono mettere in chiaro molte cose. Prima fra tutte la questione Ilicic.
Una volta, quando non esistevano tutte le diavolerie elettroniche e le assistenze psicologiche , i responsabili prendevano la decisione di mandare il giocatore a “ossigenarsi” in montagna. Era come dire: “Guarda, carissimo, devi ritrovare te stesso, fare lunghe passeggiate nel verde e riflettere su come comportarsi”. Sono passati almeno 30 anni, ma forse qualche giocatore della Fiorentina potrebbe essere “spedito” in montagna. In quegli anni la scelta era caduta sull’Abetone per motivi logistici e per vicinanza con Firenze. Adesso la scelta è più ampia.
Il prescelto per questa vecchia ma salutare terapia non può essere che Ilicic che, non solo non riesce a trovare la giusta collocazione in campo, ma sopratutto non fa niente per inserirsi nell’ambiente viola. E’ pur vero che a Cagliari alcuni tifosi lo hanno apostrofato in un modo fuori le righe, ma lui non è riuscito ad abbassare la testa come si dovrebbe in questi casi. Credendo di avere la coscienza a posto.
Durante la trasferta in Francia, nel secondo tempo Montella ha mandato alcuni giocatori a scaldarsi e fra questi anche Ilicic. I tifosi viola hanno visto come si scaldavano i giocatori a cominciare da Alonso che ha continuato a correre, a fare esercizi con il busto tanto da essere richiamato dal quarto uomo perché si muoveva troppo. In alternativa Ilicic era lì a passeggiare come nei filmati de “La donzelletta vien dalla campagna…” Sportivi viola accanto a noi hanno messo in evidenza la cosa commentando ad alta voce il modo di scaldarsi di Ilicic senza troppo impegno.
Spesso i vecchi metodi, quelli della nonna, sono salutari. Senza entrare nelle scelte tecniche o professionali forse è il caso di mandare il giocatore ad una sana fase di ossigenazione con la speranza di un recupero fisico e psicologico.