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Il sindaco violinista accende l'albero del Meyer

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alberoIl grande abete rosso che domina la hall serra dell’ospedale pediatrico Meyer si è illuminato di viola a mezzogiorno quando il sindaco Dario Nardella, circondato da bambini, famiglie e operatori, ha pigiato il bottone rosso che ha acceso le luci natalizie. Con lui anche l’assessore a Welfare e Sanità Sara Funaro.
Il sindaco dopo l’accensione ha suonato con il violino una melodia di Natale per i presenti molto divertiti dall’esibizione del primo cittadino-violinista.
“Teniamo molto al Meyer – ha detto il sindaco Nardella -, ospedale amatissimo dai fiorentini perché non è solo un luogo di eccellenza ma anche la casa dei bambini. Ed è giusto che i bimbi possano vivere l’esperienza qui, che è comunque un’esperienza particolare e talvolta dolorosa, anche attraverso la gioia del Natale”.
“Colgo l’occasione per riprendere le parole di Papa Francesco – ha continuato il sindaco -, prepariamoci ad un Natale controcorrente. Penso che queste parole siano profondamente legate alla realtà di un Paese, il nostro, che ha bisogno di cambiare gli stili di vita, i valori di riferimento perché ci possa davvero essere una coesione, ma soprattutto il coraggio di scrollarsi di dosso vecchie abitudini e vizi che per anni ci hanno bloccato e dai quali dobbiamo liberarci definitivamente per ridare speranza ai nostri bambini e trovare concretamente soluzioni non solo economiche ma culturali e di coesione sociale, partendo dalle relazioni umane”. “Ciò che ci insegna questo straordinario ospedale con i suoi medici, infermieri e volontari – ha concluso il sindaco Nardella – è proprio il fatto che prima di tutto contano le relazioni umane e poi possiamo costruire tutto il resto”.
L’albero è stato ‘prestato’ dal Corpo Forestale di Stato ai bambini del Meyer per celebrare il Natale e tra un mese tornerà nel bosco per contribuire a farlo vivere bene. Si tratta di un centro famoso all’avanguardia per la protezione della biodiversità. Periodicamente, per mantenere il bosco forte e in equilibrio, alcuni alberi vengono tagliati e lasciati sul posto, così da garantire l’avvio del ciclo ‘biogeochimico’ del carbonio, buono per l’ecosistema naturale della selva. Come ha spiegato Giuseppe Vadalà, comandante per la Toscana del Corpo Forestale, proviene dal bosco di Pieve Santo Stefano, nel Casentino, gestito dal Centro nazionale per la conservazione della biodiversità del Corpo Forestale di Stato. (fp)

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