Sette persone che dal 2006 al 2010 hanno occupato posti di vertice del Consorzio Etruria (cooperativa toscana di costruzioni con oltre 300 dipendenti) sono indagate dalla procura di Firenze in un’inchiesta in cui viene ipotizzata la bancarotta fraudolenta. L’indagine mira a far luce sulle vicende che hanno portato il Consorzio alla procedura di concordato preventivo. Nell’ambito dell’inchiesta, la guardia di Finanza, coordinata dai pm fiorentini Luca Turco e Giuseppina Mione, ha eseguito una ventina di perquisizioni nelle province di Prato, Lucca, Firenze e Grosseto anche in sedi di societa’ che hanno avuto rapporti con il Consorzio. In base a quanto si apprende, gli investigatori hanno preso spunto dalla relazione dei commissari giudiziari e vogliono far luce su alcune complesse operazioni economiche – come cessioni di societa’ e acquisizioni di partecipazioni per svariati milioni di euro – che hanno riguardato il Consorzio Etruria. In particolare, gli inquirenti mirerebbero a chiarire le cause per cui, nonostante gli appalti ottenuti dal Consorzio, il 29 giugno 2011 la cooperativa sia stata ammessa alla procedura di concordato preventivo. Nel maggio scorso, il tribunale di Firenze ha depositato il decreto di omologa del concordato preventivo con cessione di beni e continuita’ aziendale proposto da Consorzio Etruria, condizione essenziale per la possibile nascita di una nuova cooperativa. Il decreto metteva fine all’iter dell’approvazione del piano di concordato per Consorzio Etruria travolta da 370 milioni di euro di debiti accumulati verso banche, fornitori e soci.(