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Elezioni in Toscana, una scelta sempre più difficile Verdini ha distrutto Forza Italia, Renzi il PD

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di Umberto Cecchi

E’ assolutamente presto, per leggere il nostro futuro politico attraverso le elezioni di questo fine settimana. Ma certo ci sono alcuni fatti che la semeiotica come scienza adatta alla lettura dei segni, indica come motivo di riflessione.
E la Toscana? E’ l’ultima Thule. Verdini ha distrutto Forza Italia, Renzi il Pd, Rossi va a rimorchio del gioco tenacemente avvinto alla poltrona, anche se non sopporta il premier e la sua politica, Salvini batte porta a porta per ricordare che lui c’è. Nessuno ha voglia di votare.

Sparisce Forza Italia. Geniale il comportamento di Berlusconi nell’attuare questo ‘cupio dissolvi’ sulla falsariga di Sansone, che aveva deciso di morire con tutti i filistei. E’ incredibile il comportamento dei forzaitalioti, che rispecchia in tutto quello di quegli animaletti che compulsivamente si suicidano in massa. Mentre scrivo non mi ricordo il loro nome, Gremlins mi pare.
Silvio di animaletti ne ha tanti, ma c’è di peggio: ha anche Dudù cui badare, quando partì con la sua bella avventura pensava certo di entrare nella storia dalla porta principale, oggi con grande tristezza per la china giù per la quale si è avviato, grazie ai suoi Romani, Verdini, Dell’Utri, Alfano e così via, finirà per entrarci dalla porta del canile, con posto d’onore a Dudu.
Peccato, l’Italia ha bisogno di tante cose, ma soprattutto ha bisogno di una opposizione seria. Che ricordi a Renzi che la politica si fa con il confronto, non con l’autodecisione. O la sindrome del superego
Ora, Berlusconi pensa al partito dei Repubblicani, come se potesse esistere nel nostro paese, il dualismo degli americani. Un bello scontro coi democratici. Intanto mancano i democratici e nonostante i sogni mancano i repubblicani, e manca da noi l’idea di bipartitismo. Ce la giostriamo, semmai, fra polipartitismo e monopartitismo. E in questo momento il richiamo al mono è molto forte.

Peggio per noi
Il fatto è che siamo gente che si fa incantare con poco. E si innamora del primo che passa battendo il pugno sul tavolo, ritenendolo un segno di decisionismo e di forza. Si innamora ma è pronta a disamorarsi appena cambia il vento. Così potrebbe essere per il ‘fenomeno Renzi’, l’opera più riuscita del quale fino a ora, è il trucco dell’Italicum, che non si sa se sia un treno in un meccanismo elettorale seguito da quella di mettere le mani nelle sdrucite tasche dei pensionati, e fingere di annullare il Senato, con il beneplacito dei giornali.

I giornalisti infatti non si sono accorti che il Senato resta intatto, coi suoi dipendenti, le sue spese, la sua burocrazia. I costi sono lì: nel battaglione di funzionari, carissimi, che vi stazionano intoccabili. E’ una riforma? No certo, ma gli italiani pensano lo sia. E tanto vale.
Sì, certo, c’è un calo di nove punti nell’apprezzamento al premier, ci sono i dipendenti delle Province rottamate che diventano disoccupati senza stipendio: non è una riforma, è un allargare la voragine dei disoccupati, l’impresa Italia non riprende, lo sconforto, e qui sta il pericolo, sta diventando rabbia. Aumentare la miseria del paese. Non basta una battuta a risolvere tutto questo.
Lo scontro dei sindacati sull’articolo 18 prima e sulla scuola adesso, da l’impressione di essere fittizio. Il pericolo non è veder sparire un governo accentratore che ignora il Parlamentoo, ma perdere anche l’ultima possibilità di dissenso capace di tenere insieme una democrazia. Quello fra politici troppo disinvolti e lavoratori troppo preoccupati, ma incapaci di opporsi.
Il pericolo è l’aventino di deputati che non hanno imparato nulla dalla storia. Prendono lo stipendio e neppure si affaticano a votare. Non è un’azione politica, è peggio, è non voglia di capire.

Tuttavia è un tempo drammatico ma pieno di curiosità per i politologi: la costituzione evapora nei fatti, la sinistra non esiste più, diventata improvvisamente una sorta di destra annacquata con l’acquasanta della nostalgia democristiana, la destra salva il posto al Parlamento truccata da sinistra. Il regalo fattoci è Salvini, con le sue intemperanze. Ma è chiaro che lui ha capito. Manca una opposizione. E lui se l’è inventata.

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