Sembrava ormai tutto fatto. A mezzogiorno Milinkovic – Savic è arrivato a Firenze insieme al padre e ad un amico per incontrare il ds Pradè e Valentino Angeloni e firmare l’accordo che lo avrebbe fatto indossare la maglia viola. Ma… non dire gatto se non ce l’hai nel sacco! Perché quella che doveva essere una semplice formalità, tanto che un taxi stava aspettando il giocatore per le visite mediche, invece si è trasformata in un’ulteriore estenuante trattativa. Il giocatore, nonostante l’accordo economico e l’ok del Genk, ha chiesto ancora altro tempo per risolvere delle questioni private e familiari legate, sembra, alla sua fidanzata che pare non abbia molta voglia di trasferirsi a Firenze. Ma la Fiorentina a questo punto ha chiuso ogni trattativa ritirandosi dall’affare e lasciando libero Milinkovic – Savic di andare altrove. E’ stato proprio Pradé a spiegarlo davanti i cancelli della sede viola. “Non dobbiamo convincere né pregare nessuno a venire alla Fiorentina, tanto meno un ragazzo di vent’anni che dovrebbe avere il fuoco dentro – ha spiegato Pradé – Abbiamo trovato un accordo economico con il Genk e con lui, ma lui vuole ancora tempo per pensare e per risolvere alcune questioni private. Noi no. A questo punto vada per la sua strada. Chi viene a giocare con la Fiorentina deve avere la voglia e credere in quello che facciamo. Se non è convinto, prosegua per altre strade”. Resta quindi da vedere le prossime mosse della società viola dopo questa doccia fredda arrivata dopo il successo ai rigori la Fiorentina con il Benfica nella seconda partita negli Usa. In serata anche Giancarlo Antognoni ha parlato dell’caso Milinkovic-Savicnel corso della sua partecipazione alla terza edizione di Talk Show: “E’ difficile valutare questa situazione perché di solito, quando un giocatore arriva in sede, mancano solo le visite mediche prima di firmare il contratto. Uno può pensare che sia intervenuto qualcun altro dall’esterno, ma quando arrivi ad incontrare i dirigenti è difficile pensare ad un inserimento. Leggendo i giornali mi sono fatto l’idea che ,essendo la metà del suo cartellino in mano ad un privato, questo possa aver spinto il giocatore al rifiuto finale. Colpa della Fiorentina? E’ un insieme di cose. Hanno avuto la colpa di averlo fatto arrivare a Firenze senza la certezza della firma. Questa è una incongruenza. I procuratori sicuramente avranno influito in modo negativo e forse anche altri personaggi che si sono inseriti. L’ho visto giocare in Under20. I serbi hanno un’ottima nazionale, quindi è un giocatore valido. E’ un’incontrista ma non è Maradona. La Fiorentina ha perso qualcosa, ma non c’è da mettersi a piangere. E’ la dinamica che non torna, tocca sempre alla società viola”.
Elisabetta Failla