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Tangenti Anas, arrestati un imprenditore e 3 dirigenti. 24 indagati. I pm: mazzette del 5% sugli appalti

admin
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Una corruzione quasi da manuale: il 5 per cento in tangenti – con tanto di passaggio di busta davanti al bar – poi cene, regali e pure l’assunzione della moglie di un funzionario “amico”. La procura di Firenze ha arrestato quattro persone, un imprenditore e tre dirigenti dell’Anas Toscana, ritenendo che fra loro ci sia stato uno scambio di favori e appalti per opere stradali, specie in occasione di interventi urgenti per danni provocati da calamità, come crolli per il maltempo.

Le opere ritenute pilotate sono sei, per importi che vanno dai 190 mila euro agli oltre tre milioni. Gli arrestati, tutti ai domiciliari, sono l’imprenditore Francesco Mele e, per Anas Toscana, il capo di compartimento Antonio Mazzeo, il capo servizio amministrativo Roberto Troccoli e un funzionario, Nicola Cenci. Gli indagati sono 24: pubblici ufficiali dell’Anas, imprenditori e professionisti. Dopo gli arresti, gli uomini Anas sono stati sostituiti dalla sede centrale.

L’inchiesta è della polizia stradale della Toscana e del Corpo forestale. Il procuratore Giuseppe Creazzo ha parlato di «collaudato sistema di corruzione» e si è concesso pure una indiretta incursione nel dibattito politico: «Le intercettazioni sono uno strumento indispensabile – ha detto – Deve toglierle chi non vuole scoprire reati di mafia o corruzione». Secondo i pm, l’imprenditore arrestato, referente di diverse società, negli uffici dell’Anas Toscana era di casa. Per aggiudicarsi i lavori proponeva quelli da appaltare e predisponeva i bandi di gara. In cambio elargiva `favori´, come l’assunzione della moglie di Cenci. «Fra pranzi e cene, alberghi, viaggi – si lamenta Mele – spenderò un centinaio, 200 mila euro all’anno…». Il giudizio dell’imprenditore sull’universo appalti è chiaro: «Tutti sono corrotti e corruttibili». Anche la moglie di un funzionario Anas ha le idee chiare: suo marito potrebbe «finire in galera», dice a un’amica.

Nei primi tre mesi del 2014, scrivono gli investigatori riportando una intercettazione di Mele, le imprese a lui riferibili hanno acquisito 5.5-6 milioni di euro: l’obbiettivo è arrivare a 15 milioni. Secondo la procura di Firenze, Mele voleva conquistare anche Roma: «La corruzione si allarga», scherza un suo interlocutore quando Mele glielo dice. E lui: «L’hai capita». Non solo Italia, però. Il 3 aprile 2015 Mele parla con la fidanzata: «In Albania – gli dice lei, riportandogli quanto le ha raccontato la sorella – si può vedere il primo ministro, però ha detto che ci vuole una bella bustarella» per «questo personaggio che conosce il tipo che prende la bustarella». Mele ha mire anche in Asia. Anche i nuovi controlli disposti sugli appalti non lo frenano. Anzi. «Non hanno fatto altro che aumentare i costi di produzione – dice Mele a un amico – perché la corruzione è rimasta, anzi è aumentata perché se c’è il controllo del terzo, deve mangià». In fondo, scherza Troccoli: «Quando è nato il Signore, si sono presentati subito tre re Magi con oro, incenso e mirra». E Mele chiosa: «Ci sarà un motivo».

Fonte Ansa-La Stampa

 

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