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“Il patto del Nazareno” Il libro di Massimo Parisi svela i retroscena, le liti sull’accordo

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Presentato a Roma il libro di Massimo Parisi, giornalista e politico ex deputato di Forza che adesso fa parte del gruppo Ala legato a Verdini. Parisi è da sempre legato a Verdini fin da quando ancor giovanissimo iniziò a collaborare con La Nazione come corrispondente da Campi Bisenzio. Come tutti i giovani che si avvicinano alla professione di giornalista l’obiettivo principale è sempre stato quello di entrare in pianta stabile in un grande giornale. A Massimo Parisi, questo non interessava. Aveva già capito che stando accanto a Verdini avrebbe fatto molta più strada. E così è stato.

Nel libro, intitolato proprio Il Patto del Nazareno e pubblicato da Rubbettino, Massimo Parisi racconta tra le altre cose i retroscena che hanno preceduto il primo incontro tra Berlusconi e Renzi dopo l’insediamento di quest’ultimo come presidente del Consiglio.

Come evidenziato nel libro Denis Verdini avrebbe detto a Berlusconi: “ “Io ti consiglio ancora di vedere Renzi a Roma, presso la sede del Pd, per una serie di motivi”, scrive. Primo: “Sfatare un tabù: pensa al tuo ingresso a largo del Nazareno e al giro del mondo che faranno quelle immagini”. Due: “Questa trattativa, al di là della sostanza, che in questo caso è vita, ti riporta al centro dellapolitica e degli assetti futuri delle istituzioni”. Infine: “Pensa all’importanza di un incontro pubblico con il segretario del Partito democratico, proprio nei mesi in cui volevano renderti ‘impresentabile’ e trattarti da ‘pregiudicato’ espulso dalla politica. Ora invece ricevuto nella sede del Pd, saresti uno dei padri fondatori della Terza Repubblica”.

Nel libro Il Patto del Nazareno, Verdini riguardo a Matteo Renzi dice che è: “uno che, tolta la rottamazione, non si sa cosa sia. Fin qui è stato un perfetto trasformista. Ma ora dovrà aprire la scatola e verrà il difficile”.

Denis Verdini riserva però parole polemiche anche nei confronti diMaria Elena Boschi: “Bella è certamente bella, a dire poco. Più adatta però al tema forme che al tema riforme”. Mentre riguardo a Marianna Madia, nel libro Il Patto del Nazareno Verdini di lei dice che è “così giovane eppure con una lunga vita politica alle spalle” da aver “già girato tutte le correnti del Pd”.

A proposito di Debora Serracchiani, Verdini invece dichiara che “studia faziosità da Rosy Bindi”, e di Federica Mogherini afferma che è “la solita solfa gnè-gnè-pacifismo-femminismo-europeismo”.

Ne Il Patto del Nazareno Verdini, mentre si rivolge a Berlusconi, ne ha però anche per Gianni Letta e Fedele Confalonieri: “Caro presidente, dopo aver buttato via il patrimonio politico del Patto del Nazareno, intendi cestinare anche l’immenso patrimonio politico che hai costruito in venti anni? Pensi davvero di poter fare una guerra senza quartiere al “dittatore Renzi” […] mettendo il futuro del partito in mano a un mediocre sinedrio? Ma sarebbe ingiusto prendersela con loro: quello che accade è quello che tu vuoi”.

Leggendo il testo si capisce come, almeno nelle fasi iniziali del loro rapporto, Verdini non avesse grande stima di Renzi. Quando, durante la campagna del 2013 per le primarie per la leadership (poi perse dall’allora sindaco di Firenze contro Pier Luigi Bersani), Parisi cerca di mettere in guardia Verdini “dal rischio ‘Renzi’ e dalla possibilità che ottenesse un successo clamoroso e che ce lo ritrovassimo come avversario”, egli risponde: “È solo un chiacchierone. Dice sempre le stesse cose”. E ancora, il 27 dicembre 2013: “Se fosse uno sciatore”, Renzi “sarebbe uno specialista degli slalom, ma ora il bluff sta necessariamente per essere visto. Tolta la rottamazione, che è un concetto piuttosto semplice, non è ancora chiaro che cosa sia esattamente il renzismo”. Di più: “Abbiamo letto tante autorevoli analisi sulla sua carica innovativa e la sua radicale discontinuità, il ricambio generazionale, il rinnovamento politico-culturale, la rigenerazione morale ed esistenziale. (…) Renzi riesce a promuovere molto bene la confezione” ma “per ora è stato un perfetto trasformista”.

 

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