Un altro scrittore sul palcoscenico del rinnovato Teatro Niccolini di Firenze: Truman Capote. Fino a domenica 21 febbraio Gianluca Ferrato porta in scena l’autore di A sangue freddo, romanzo di cui quest’anno ricorrono i 50 anni dalla prima pubblicazione. Truman Capote questa cosa chiamata amore è un testo inedito di Massimo Sgorbani, con la regia di Emanuele Gamba e la produzione della Fondazione Teatro della Toscana. Si tratta di un monologo da e su uno dei più grandi scrittori americani del ’900.
È il Capote più irriverente quello che emerge da Truman Capote questa cosa chiamata amore. Capote il dandy, l’esibizionista, il personaggio pubblico prima ancora che il grande scrittore: l’anticonformista per eccellenza può permettersi di parlare con la stessa dissacrante arguzia di Hollywood e della società letteraria newyorkese, di Jackie Kennedy e Marilyn Monroe, di Hemingway e Tennessee Williams, senza mai risparmiare se stesso, i suoi vizi, le sue manie, i suoi successi e fallimenti.
La programmazione della sala di via Ricasoli continua poi dall’8 al 13 marzo con Quattro buffe storie: Glauco Mauri e Roberto Sturno in quattro atti unici di Luigi Pirandello (Cecè e La patente) e Anton Čechov (Domanda di matrimonio e Fa male il tabacco).
Raffaella Galamini