Rispolverata la legge Merlin contro le case di tolleranza, stamani, a un’udienza del processo ‘escort’ di Firenze, maturato dall’inchiesta che lambì persino gli uffici di Palazzo Vecchio. Il pm Giuseppe Ledda ha riqualificato l’imputazione per i due titolari dell’Hotel Mediterraneo, i fratelli Marco e Simone Taddei, alla luce di un vecchio articolo, il terzo, della legge Merlin del 1958 laddove è perseguibile “chiunque, essendo proprietario, gerente o preposto a un albergo vi tollera abitualmente la presenza di una o più persone che, all’interno del locale stesso, si danno alla prostituzione”.
L’Hotel Mediterraneo, secondo indagini della polizia, era divenuto una ben frequentata centrale della prostituzione organizzata in città. E oggi il pm Ledda ha spiegato che vi facevano base le prostitute di un sito specializzato – con una quarantina di escort – quando avevano necessità di incontrare i clienti a Firenze.
Per questa continuità il pm ha ritenuto di chiedere al giudice di sostituire a carico dei due imputati l’accusa di favoreggiamento con questa contenuta nella Merlin. Per loro, comunque, il favoreggiamento rimane: ma in relazione all’attività di meretricio talvolta praticata da alcune loro conoscenti che quando si prostituivano organizzavano gli incontri nell’albergo. Le prove per dimostrare la nuova accusa sono contenute in documenti raccolti nelle indagini, mentre il favoreggiamento è dimostrato dalle intercettazioni telefoniche che nel 2013 fecero ‘tremare’ Firenze. Il pm Ledda, a margine dell’udienza, ha detto di aver chiesto questa modifica poiché con le prime udienze del processo il quadro si è fatto più chiaro. La difesa ha chiesto i termini e si discuterà della nuova accusa nella prossima udienza dell’11 aprile. Gli imputati del processo sono in tutto sei – non solo i due albergatori -, coinvolti, a vario titolo, nel giro di prostituzione.
Fonte Ansa