Dal 5 al 10 aprile Middle East Now presenterà 44 film – quasi tutti in anteprima italiana ed europea – tra lungometraggi, documentari, film d’animazione e cortometraggi, per un intenso viaggio cinematografico che tocca i paesi e le società dell’area mediorientale. Le storie, i personaggi, i temi forti e l’attualità nei titoli cinematografici più recenti da Iran, Iraq, Kurdistan, Libano, Israele, Palestina, Egitto, Giordania, Emirati Arabi, Turchia, Afghanistan, Siria, Bahrein, Algeria, Marocco, e per la prima volta dall’Arabia Saudita.
Dalla Palestina arriva il film d’apertura del festival Degradé (2015), primo lungometraggio dei fratelli palestinesi Tarzan & Arab Nasser – promesse del nuovo cinema Made in Palestina – che ha debuttato a Cannes, girato in un salone di parrucchiere a Gaza, in cui dodici donne rimangono intrappolate mentre fuori accadono scontri, causati dal furto di una leonessa dallo zoo di Gaza; attesissima anteprima anche per il lungometraggio The Idol, con cui ritorna al festival Hany Abu-Assad, il regista due volte candidato agli Oscar, che porta sul grande schermo l’incredibile storia di Mohammad Assaf, il ragazzino di Gaza che ha vinto il talent show Arab Idol; in anteprima italiana l’incredibile documentario Speed Sisters di Amber Fares (2014), sui sogni e le conquiste di un gruppo di giovani donne che affermano le loro libertà come piloti automobilistici. E anche il film di chiusura, il thriller Eyes of a Thief (2015) candidato agli Oscar, della talentuosa regista Najwa Najjar (2015), che conta nel cast la star egiziana Khaled Abol Naga e la famosa cantante algerina Souad Massi, che saranno entrambi a Firenze per l’occasione; sempre in chiusura festival sarà proiettato anche il corto candidato agli Oscar 2016 Ave Maria di Basil Khalil, giovane e talentuoso regista emergente.
Per la prima volta al festival un film dall’Arabia Saudita, il paese più chiuso al mondo in cui il cinema è stato bandito dal 1972, e per di più si tratta della prima commedia romantica mai girata nel paese: in anteprima Barakah meets Barakah di Mahmoud Sabbah, che ha debuttato con grande successo all’ultima Berlinale, sulla storia d’amore ambientata a Jeddah tra un umile funzionario comunale e una ricca ragazza dalla bellezza mozzafiato, che dimostreranno un’ingenuità sconvolgente nell’aggirare le imposizioni della tradizione e la polizia religiosa, un film ideale per chi ha sempre voluto sapere cosa accade realmente in Arabia Saudita. La proiezione sarà alla presenza del regista e dell’attore protagonista Hisham Fageeh, il creatore del famoso video “No Woman, No Drive”, una hit su youtube con oltre 13 milioni di visualizzazioni.
Dalla Siria il pluripremiato e bellissimo documentario A Syrian Love Story di Sean McAllister (2015), girato nell’arco di cinque anni, sulla storia d’amore spezzacuori di una coppia di attivisti minacciata dagli orrori della guerra; l’anteprima del documentario District Zero di Pablo Iraburu, Jorge Fernández Mayoral, Pablo Tosco (2015), girato nel campo di profughi di Zaatari, sulla vita quotidiana che ruota attorno a un negozio di telefoni cellulari, prodotto col contributo di Oxfam Italia e Commisione Europea; il documentario corto Another Kind of Girl (2015), primo film girato da un rifugiato, regista la diciassettenne Khaldiya Jibawi che riflette su come la vita nel campo profughi le abbia aperto nuovi orizzonti; e l’anteprima del progetto di documentario Mr. Gay Syria della giovane regista turca Ayse Toprak, film ancora in produzione, sulla battaglia personale di un attivista per i diritti dei gay nel trovare un siriano che partecipi al concorso di bellezza Mr. Gay World.
Anche dall’Iran un ricco programma di proiezioni e tante anteprime italiane, come quella di Starless Dreams di Mehrdad Oskouei (2016), l’ultimo bellissimo e delicato film di uno dei più importanti documentaristi iraniani, vincitore dell’Amnesty International Award al festival di Berlino, girato in un carcere minorile femminile in Iran, realizzato dopo cinque anni di attesa per ricevere i permessi necessari.
Dalla Palestina prima italiana di “Idol” di Hany Abu-Assad, il regista palestinese premio Oscar nel 2006, sulla vera storia di Mohammad Assaf, il ragazzino di Gaza vincitore del talent show Arab Idol. Tra gli omaggi quello alla regista turca Yesim Ustaoglu, una delle più importanti autrici del cinema contemporaneo in Turchia. Da segnalare anche tre mostre: ‘Our Limbo’ della fotografa libanese Natalie Naccache su un gruppo di giovani donne siriane che hanno lasciato il paese poco prima dello scoppio della guerra; ‘Live, Love, Refugee’ di Omar Imam sui rifugiati siriani e ‘My Lebanon’, un diario illustrato sul Libano oggi.