“Gli attori della politica per la loro parte devono” aggiungere nella lotta alla corruzione, intesa come impegno di sistema, anche “la consapevolezza che la corruzione in quell’ambito è più grave perché nell’impegno politico si assume un duplice dovere di onestà per sé e per i cittadini che si rappresentano”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia inaugurale dell’anno formativo della Scuola Superiore della Magistratura a Villa Castelpulci di Scandicci (Firenze).
Per Mattarella “dobbiamo continuare a spezzare le catene della corruzione e delle complicità. La corruzione è un male gravissimo della nostra società che inquina le fondamenta del vivere civile. Va combattuta senza equivoci o timidezze”.
Riguardo alla lotta alla corruzione e a ogni forma di illegalità, il presidente della Repubblica ha osservato: “Per raggiungere risultati duraturi occorre favorire le sinergie: la magistratura ha il compito di perseguire i reati, le istituzioni politiche quello di agire per prevenire e sconfiggere i fenomeni corruttivi. E quello, insostituibile, di perseguire l’interesse comune, definendo le regole di legge, e quello di dotare il sistema giustizia di norme chiare ed efficaci e di mezzi adeguati”.
“Per questo comune obiettivo occorre perseguire forme di collaborazione istituzionale – ha rimarcato Mattarella – La magistratura non è e non vuole essere un’alternativa alle istituzioni politiche”.
“Va sottolineato che questa collaborazione viene abitualmente praticata – ha osservato ancora il presidente della Repubblica – Talvolta si registra invece competizione, sovrapposizione di ruoli, se non addirittura conflitto, e questo genera sfiducia, oltre a indebolire la società nel dispiegarsi delle sue potenzialità e a disorientarla riguardo al concreto esercizio dei diritti. Il conflitto, inoltre, indebolisce tutte le parti in contrapposizione”.
“La dialettica proficua tra poteri si esprime – ha sostenuto Mattarella – nella libertà di manifestare opinioni, in un confronto leale e costruttivo. Gli ambiti di spettanza dei diversi poteri non sono fortilizi da contrapporre gli uni agli altri”.
“Vanno rispettati i confini delle proprie attribuzioni, senza cedere alla tentazione di sottrarre spazi di competenza a chi ne ha titolo in base alla Costituzione”, ha concluso il presidente della Repubblica.
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