Cinque musei, un unico fil rouge: il rapporto articolato e ‘contaminato’ tra arte e moda. Ma può la moda essere anche (e soprattutto) una forma d’arte? E’ questo l’interrogativo alla base di ‘Tra arte e moda’, il progetto espositivo di Salvatore Ferragamo allestito in cinque diverse sedi museali, oltre al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze, promotore e organizzatore del progetto insieme alla Fondazione Ferragamo. (Fotogallery)
Si va dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze alla Galleria d’arte moderna a Palazzo Pitti, fino al Museo Marino Marini e al Museo del Tessuto a Prato. Un percorso strutturato nel quale esplorare la dicotomia tra le due discipline e analizzare le forme di dialogo tra questi due mondi, a partire dalle esperienze del preraffaellismo, fino ad arrivare a quelle del futurismo, dal surrealismo al radical fashion.
Nel percorso sarà possibile focalizzare l’attenzione sul lavoro di Salvatore Ferragamo, affascinato e ispirato dalle avanguardie artistiche del Novecento, sugli atelier degli anni Cinquanta e Sessanta, per proseguire poi con le sperimentazioni dei Novanta. Curata dal direttore del Museo Salvatore Ferragamo, Stefania Ricci e da Maria Luisa Frisa, Enrica Morini e Alberto Salvatori, ‘Tra arte e moda’ chiuderà i battenti il 7 aprile 2017.
Tante le contaminazioni e sovrapposizioni presenti in mostra: dai bozzetti pubblicitari originali, creati dal futurista Lucio Venna negli anni Trenta per promuovere le iconiche suole di Ferragamo, al ‘Souper Dress’ di Andy Wharol, un concentrato tra moda, arte e logica industriale fatto di carta, cellulosa e cotone prodotto negli anni Sessanta con l’iconico motivo della celebre Campbell Soup e le stampe di Keith Haring. Per non parlare dell’universo di Yves Saint Laurent, presente in mostra con il celeberrimo abito Mondrian, o ancora, dei prototipi delle calzature in legno degli anni Venti.
“Il restauro della Galleria degli Uffizi e la nuova mostra al Museo Salvatore Ferragamo – ha commentato Ferruccio Ferragamo durante l’inaugurazione della mostra – sono solo alcuni dei tanti volti dell’impegno della nostra famiglia e dell’azienda nel portare avanti le proprie consolidate tradizioni di mecenatismo. Il nostro intento è soprattutto quello di esprimere sincera gratitudine alla città di Firenze, per l’ispirazione che i suoi tesori artistici dettarono al nostro fondatore, e continuano oggi a dettare al nostro brand in ogni sua espressione creativa”.