Prima visione assoluta, nel primo pomeriggio di oggi all’ITS Tullio Buzzi di Prato, per il documentario “Buzzi Space Trip, un’avventura spaziale”, regia di Christian Pergola. Ad un anno esatto dal decollo della sonda Buzzi Space Trip, arrivata fino a 36mila metri di altezza, che ha portato sei studenti maturandi pratesi alla ribalta nazionale, un documentario racconta quell’avventura spaziale.
Buzzi Space Trip è stato di fatto un progetto spaziale, nato tra i banchi di scuola, fortemente influenzato dall’entusiasmo che si era creato a seguito della missione dell’astronauta italiana Samantha Cristoforetti, che ha visto i sei maturandi, oggi universitari, fondere insieme scienza, informatica, creatività e competenze maturate negli anni di scuola superiore. I giovani del team Buzzi Space Trip hanno così portato a compimento la loro missione spaziale, rilevando dati ambientali relativi a pressione-temperatura-altitudine ed effettuando una ripresa video del pianeta Terra visto dall’alto.
“Non volevo che il progetto rimanesse veicolato solo fra la mura dell’istituto e di qualche passante curioso – ha dichiarato Christian Pergola, regista del documentario (nella foto) –. Volevo far sì che quante più persone possibili o per meglio dire più studenti possibili, potessero essere messi a conoscenza del nostro esperimento. Per questo ho deciso di documentare il lavoro in tutte le sue fasi, riprendendo con la videocamera ogni singola operazione e cercando di non far sfuggire niente. Ho tentato di mantenere un occhio vigile, tanto a distanza per non condizionare i comportamenti dei ragazzi del team, quanto da vicino per cogliere sempre il dettaglio, l’essenza del tutto. Per dirla con Orwell, mi sono calato nei panni di una sorta di Grande Fratello, ma con uno scopo certamente più nobile rispetto al fantomatico personaggio narrato dallo scrittore britannico. Volevo parlare di scuola, dentro la scuola, rivolto alla scuola”.
Di fatto, il documentario è un ibrido, realizzato provando a fondere generi e linguaggi differenti, in modo tale da parlare con efficacia ai giovani. La durata del filmato è di un’ora ed è pensato per essere riprodotto nell’arco di una lezione scolastica, meglio se di due ore consecutive, per lasciare spazio al dibattito e alla riflessione in classe tra professore e studenti.
“Vorrei portare il documentario – sottolinea Pergola – nel maggior numero possibile di scuole. In modo particolare negli istituti tecnici e professionali. Durante il mio percorso scolastico, ho sempre dovuto cercare stimoli esterni alla scuola, perché questa era troppo lontana da me e dalle mie esigenze. La scuola dovrebbe essere un luogo stimolante per i giovani, non una gabbia soffocante e soprattutto, dovrebbe dare una visione sulla società contemporanea, sviluppare la creatività e la personalità degli studenti”.