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Il rotorno di Corvino: “Sono qui per vincere qualcosa. Servono energia e lavoro”

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Pantaleo Corvino è arrivato a Firenze nella prima mattina andando a salutare i dipendenti della Fiorentina che ha lasciato anni addietro. Qualche faccia nuova, molta emozione. Poi, accompagnanato dal presidente Cognigni ha raggiunto la sala stampa gemita fino all’inverosimile.

“Può essere un sogno – ha esordito Corvino –  creare una struttura che possa essere funzionale, in cui sarà presente un nuovo direttore sportivo, che sarà una figura che ho sempre seguito da lontano come Carlos Freitas(portoghese ndr).  Stiamo cercando una figura che possa rappresentare al meglio la Fiorentina e che possa supportare me e la società nelle sedi competenti. Abbiamo contattato Martin Jorgensen per questo, per altre cose dateci tempo”.

GLI OBIETTIVI A Sousa ho detto che dobbiamo cercare di lottare per il vertice. Parlare di budget per il mercato credo sia fuori tema. Vogliamo mantenere il nucleo migliore della squadra. Quello che faremo sarà fatto nelle esigenze tecniche e seguendo il fair-play finanziario. Siamo tutti ambiziosi, dai tifosi all’allenatore fino alla proprietà, e mi aggiungo anche io. In passato siamo stati vicini a raggiungere qualche traguardo, come la Coppa Uefa e la Coppa Italia, o i quarti di Champions. Il mio sogno è quello di tutti, cioè arrivare primi in qualcosa. Servirà tanta energia e lavoro”.

L’ALLENATORE – Il lavoro di Sousa, secondo Corvino, non si discute: “Ripartiamo da un allenatore che è un valore aggiunto, ha portato in Italia qualcosa di importante, e con cui ho trovato una sintonia straordinaria. Partiamo da un gruppo di calciatori di alto livello, di cui Pradè è stato un grande fautore e per questo lo saluto. Ripartiamo da un settore giovanile, che ha continuato a lavorare sulle linee guide che ho dato sette anni fa. Ripartiamo anche da una tifoseria passionale, che dà tanta energia che se non ce l’hai la devi trovare. Con questi presupposti possiamo partire tutti insieme cercando di raggiungere qualche traguardo che manca”.

DI NUOVO A FIRENZE – “Nel calcio si fa sul serio, ma questi sono momenti che vorresti non terminassero mai, in cui ti senti in maniera meravigliosa a casa tua. È un sentimento che ho provato quando sono entrato al Franchi, nelle stanze che ho frequentato per sette anni e ora nel rivedere persone con cui ho condiviso momenti belli e di sofferenza. A lasciare la Fiorentina fu un grave momento della mia vita familiare”.

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