Il cognato di Matteo Renzi, Andrea Conticini, è indagato dalla Procura di Firenze per riciclaggio e la sua abitazione di Rignano sull’Arno è stata perquisita. Secondo l’accusa avrebbe reimpiegato denaro sottratto dai suoi due fratelli Alessandro e Luca – a loro volta sotto inchiesta per appropriazione indebita – a organizzazioni umanitarie come Unicef e Operation Usa. L’indagine è stata rivelata oggi dalla Nazione di Firenze. Andrea Conticini, manager di origine bolognese, è sposato con Matilde Renzi, sorella del presidente del consiglio. Non solo. Andrea Conticini è stato agente della Dot Media, società di comunicazione di fiducia di Matteo Renzi (ha curato anche il sito “pro trivelle” in occasione del recente referendum). Socio di Dot media è l’altro indagato, Alessandro Conticini.
Secondo quanto riporta il sito del quotidiano, i pm Luca Turco eGiuseppina Mione indagano su una triangolazione di denaro transitato da importanti organizzazioni come Unicef, di cui Alessandro Conticini ha diretto la sede di Addis Abeba, od Operation Usa e sarebbe finito alla “Play Therapy Africa Limited”, diretta sempre da Alessandro Conticini. Da qui, è la tesi degli inquirenti, i soldi sarebbero poi stati girati sui conti personali dello stesso Alessandro, “in assenza di idonea causale”. Le operazioni sarebbero continuate fino al 2015 e ai due fratelli Luca (gemello di Andrea) e Alessandro (il maggiore) è contestata l’appropriazione indebita. Ma quale sarebbe stato il ruolo del cognato di Matteo Renzi? Per i pm i fondi sarebbero stati poi affidati ad Andrea Conticini, che li avrebbe impiegati, nel 2011, per acquistare quote di una società. Da qui l’accusa di riciclaggio.
Sulle cifre in ballo vige ancora il riserbo, scrive La Nazione, ma si tratterebbe di centinaia di migliaia di euro, tanto da aver allertato la Banca d’Italia, che ha segnalato l’operazione alla Procura di Firenze. Da qui le perquisizioni nelle abitazioni della sorella del premier e a Castenaso (Bologna) dove vivono gli altri due Conticini.