I sindacati non servono più a niente. Non sono più in grado di difendere i propri associati, presi dalla smania di mettersi in mostra per trovare una collocazione politica. Ci dispiace un poco dover dare ragione al premier Renzi quando afferma che i sindacati sono alla fase finale. Ultinmi colpi perchè stanno uscendo, o meglio sono già usciti, dalla loro prerogativa. I lavoratori, quelli che dalla mattina alla sera sono impegnati per cercare di portare a casa lo stipendio per la famiglia hanno ormai capito che le difese del proprio lavoro lo devono fare da soli. All’interno dell’azienda dove lavorano trovando l’accordo. I sindacati hanno sempre avuto una collocazione politica, ma si riduceva al concetto più ampio di colorazione. Questo concetto base è finito lasciando spazio alla ricerca, spesso personale, di approdare ad una scanno in comune, regione o magari in parlamento. I lavoratori l’hanno capito aprendo la strada ad un forte ridimensionamento. A questi signori del futuro di Firenze non importa niente. Basta raggiungere il proprio scopo. Se poi fra 15 o 20 anni la città sarà ingessata e cominceranno le defezioni verranno fuori i veri problemi occupazionali. Ci sono molte città in giro per il mondo che per errori di programmazione hanno visto un’emigrazione di massa. Un esempio? Detroit. La nuova Detroit è nata a decine e decine di chilometri di distanza. Questo a Firenze non succederà perchè è unica al mondo. Per un certo periodo anche Venezia era stata abbandonata. Quindi prima di sparare ad alzo zero sarà bene guardare con attenzione quello che verrà proposto, considerando che il vecchio progetto era irrealizzabile dal punto di vista tecnologico, di costi, di infiltrazioni come ha evidenziato Cantone.
Piero Campani
La Cisl abbandona i Pendolari al loro destino
“Per risolvere i problemi del trasporto ferroviario locale non ci sono alternative: o si rispettano gli impegni presi, con la realizzazione del tunnel e della stazione Foster, oppure i treni ad alta velocità non debbono più fermare a Santa Maria Novella.” A dirlo sono il segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce e il segretario generale della Fit-Cisl toscana, Stefano Boni, che intervengono con una nota sul dibattito riapertosi sul nodo fiorentino dell’alta velocità, cercando di fare chiarezza sulle tante affermazioni, anche imprecise, fatte nelle ultime due settimane. A cominciare dalle “nuove tecnologie” che permetterebbero di far circolare sugli stessi binari treni locali e ad alta velocità. “Gli investimenti di cui tanto si parla, che le Ferrovie stanno facendo in nuova tecnologia sul nodo ferroviario di Firenze, circa 80 milioni di euro – spiegano Recce e Boni – consistono nel ricomprendere tutte le funzioni della circolazione, nella stazione di Firenze Campo Marte, permettendo ai treni una migliore performance sia in puntualità che in velocità. E’ d’obbligo però sottolineare che non siamo su tratte rettilinee con velocità costanti e, sopratutto, che abbiamo a che fare con treni diversi (regionali e interregionali, AV, Intercity, merci) tutti con caratteristiche specifiche che in qualche maniera non permettono di rispettare i tempi previsti sulla carta.”
Pertanto “non si risolve il problema della strettoia fra le stazioni di Rifredi e SMN, né quello delle precedenze fra Campo Marte e SMN”. Ed è “assolutamente da scartare l’eventuale proposta delle FS di creare la stazione AV a Campo Marte o a Rifredi per poi comunque far arrivare, o tutti o in parte, i treni a Firenze Smn. Questo penalizzerebbe ancora una volta i treni regionali.”
Plauso della Cgil al tunnel: da sindacato a soggetto politico
“Sembrerebbe finito, il condizionale è d’obbligo dopo le tante parole di queste ultime settimane, il teatrino del sottoattraversamento –afferma Dalida Angelini segretaria regionale del sindacato– Abbiamo saputo per bocca del viceministro alle infrastrutture Riccardo Nencini che dall’incontro romano di oggi è uscita confermata la scelta del sottoattraversamento di Firenze. Se così è si proceda con i lavori, si faccia, si faccia in fretta e si faccia bene senza penalizzare la città metropolitana e i suoi abitanti. La scelta sia di sistema con al centro la soluzione dei problemi del trasporto locale”.