Presso l’Aula Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, alla presenza del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, del Capo di Stato Maggiore della Difesa Claudio Graziano e del Comandante Generale dell’Arma Tullio del Sette, si è svolta la cerimonia di presentazione del Calendario Storico 2017 dell’Arma dei Carabinieri. A presentare i concetti del calendario 2017 alla stampa toscana ci ha pensato il tenente colonnello Angelo Simeone capo ufficio comando
IL CALENDARIO STORICO EDIZIONE 2017
I simboli sono rappresentazioni estetiche dell’essenza; essi colgono in profondità e meglio il cuore delle cose. E’ dunque ai propri simboli che l’Arma dedica l’edizione 2017 del Calendario Storico, presentandoli attraverso i diversi stili con i quali l’arte grafica si è manifestata nel tempo, a partire dal 1814, anno della Fondazione. La grafica, la più diffusa e comune dell’espressioni visive, fatta di linea e colori definiti e chiari quanto attenti ai cambiamenti della società, è parsa strumento artistico idoneo a rappresentare il modo di essere Carabinieri cittadino e soldato della legge vocato alla prossimità e al servizio di ciascuno e di tutti, sempre interprete del suo tempo, con il cuore e la mente al futuro.
I due Carabinieri in copertina, inseriti nell’ aura rossoblù dell’Arma, l’uno con l’uniforme bisecolare e l’altro con quella attuale, ambedue espressione di presenza attiva, vicina e amica, garanzia di sicurezza e tangibile segno di fedeltà, vegliano alla tutela della nostra gente e dei nostri agglomerati urbani. Nel classico carattere Bodoni di inizio ‘800, è l’abbreviazione CC della parola Carabinieri che, sul suggerimento del grafico Armando Milani, apre percorso artistico: l’una racchiude al suo interno il contributo dell’ultracentenario, raffinato intellettuale e artista, Gillo Dorfles, che ringrazio per l’affettuosa vicinanze e la profondità del pensiero, e il giudizio critico, dotto, arguto e avvincente, di Philippe Daverio, anche quest’anno prestigio collaboratore del progetto culturale artistico insieme alla bravissima Silvia Di Paolo; Quindi la sequenza delle tavole mensili tutte sviluppate con lo stesso criterio:
– A destra la tavola che riprende il simbolo dell’Arma prescelto e, a sinistra, nella stessa grafica, la pagina correlata contenente notizie storiche su simbolo e sul segno d’arte che lo raffigura.
– La tavola di Gennaio non poteva che essere dedicata alla Carabina, dalla quale l’Arma prende il nome, realizzata in una grafica ottocentesca; fa da scenario la città di Torino dove i Carabinieri sono nati con le Regie Patenti del 13 luglio 1814.
– In quella di Febbraio, nello stile vittoriano, per noi umbertino, tipico della seconda metà dell’Ottocento, campeggia altero e maestoso, l’Elmo dei Corazzieri con, sullo sfondo la Firenze capitale d’Italia che, nel 1868 li tenne a battesimo.
– A Marzo è l’Art Nouveau, raffinata espressione artistica e culturale di fine ‘800, a rievocare, con le sue forme sinuose ed eleganti, la Daga del Carabiniere.
– Per Aprile, il tratto sobrio e raffinato del Wiener Werkstatte, in voga ai primi del ‘900 in una Vienna cuore pulsante della cultura europea, esalta l’Alamaro dei nostri colletti.
– Il Futurismo, pressoché coevo e più italiano, fa da cornice, nel mese di Maggio, alla Bandoliera e alla inscindibile Giberna, segni inconfondibili del Carabiniere in servizio.
– La Banda Rossa dei pantaloni, ulteriore arcinoto ed antichissimo nostro segno, viene proposta nel mese di Giugno nello stile Bauhaus, degli anni 20 del secolo scorso, in uno scenario originalissimo ed evocativo. Nella doppia pagina centrale la Fiamma, con un segno grafico contemporaneo, è proposta in una elaborazione geometrica nitidissima, cristallina come l’Arma; essa filtra la luce chiara e intensa della passione e della dedizione del Carabiniere, trasformandola nei colori della bandiera, a testimonianza del quotidiano e generoso impegno per l’Italia e gli italiana.
– La narrazione prosegue nei mesi di Luglio ed Agosto con due elementi uniformologici: il Pennacchio rossoblù della Grande Uniforme Speciale, a simboleggiare con i suoi colori il coraggio e la fedeltà, è il Mantello, foderato di saglia rossa; immagini dell’Arma tra passato, presente e futuro. A rappresentarli, rispettivamente, gli artisti Art Dèco e Razionalista, espressioni della grafica degli anni ‘30 e ‘40 del ‘900. Le rotonde forme dell’Optical Art degli anni ‘60 disegna disegnano, per Settembre, la Lucerna, emblematico copricapo del Carabiniere dalle origini.
– La tavola in stile Hippie degli anni ‘70 del mese di Ottobre è dedicata al Basco: le sue diverse colorazioni richiamano i reparti che lo indossano, dal blue tradizionale, al rosso dei cacciatori, all’amaranto dei paracadutisti, al nero della linea mobile, al celeste dei Carabinieri delle missioni ONU e al verde di quelli forestali.
– La Saetta e il numero di emergenza 112, espressioni visive del nostro pronto intervento, vengono illustrati nell’inconfondibile stile Pop degli anni ‘80 nella tavola di Novembre; sono segni di efficienza che, rapidi ed incisivi, si dirigono verso l’abitato per garantirne la sicurezza.
– La grafica contemporanea del mese di Dicembre propone il polso di un Carabiniere il cui orologio ci rivela cos’è l’Arma: l’insieme armonico di tutti i suoi Carabinieri – richiamati dai gradi in cerchio della pagina a fianco – che animano, compatti, le sue componenti, evidenziate cronologicamente dai Simboli che le contraddistinguono, dall’ultra bicentenaria territoriale, alla nuova forestale. Esse, come perfetti ingranaggi di un organismo performante e vibrante, con la loro efficacia, autonoma e sinergica rendono l’Arma così attenta, efficiente e utile e le consentono di guardare al futuro con ben riposta fiducia. Nella tavola finale, sublimata dalla pagina a fianco che rende il tradizionale, doveroso omaggio alle decorazioni concesse alla Bandiera e agli Eroi, si ribadisce, con una tecnica di fatto moderna e avveniristica, l’imprescindibile valenza delle dell’elemento umano che, per il Carabiniere, viene prima di ogni altro, professionale e tecnico. In carattere Helvetica, il più diffuso al mondo, le parola etica alla base e, quindi, onore, integrità, rispetto, competenza, impegno, efficienza, coesione, serenità, traduzione, fedeltà, e, infine, fede, attraverso gli elementi orizzontali delle “E” che li accomunano costituiscono i pioli di quella scala di virtù e qualità, ideata ancora da Milani, che conducono alla fiamma dell’inconfondibile Berretto rigido nero, che le racchiude tutte: faro che illumina lo sguardo, l’orizzonte, il pensiero e l’azione, come dev’essere fuoco che scalda il cuore, del Carabiniere. Traspare il volto, assorto, impegnato e sereno, lo stesso giovane commilitone che, in copertina, si affianca a quello più anziano ispirato dagli stessi valori.