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L’ex ministro Fioroni ‘Renzi ti devi dimettere”. Risposta ‘No, non mi dimetto’. Cresce la polemica anche nel Pd

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Mentre il sindaco di Firenze gira per l’Italia in previsione di una eventuale battaglia con Bersani per la supremazia nel PD, alla festa del Pd nella sua città continuano gli strali per il suo atteggiamento. Un atteggiamento sfrontato che non tiene conto del fatto che i fiorentini lo hanno votato per guidare la città e non per fare la scalata alla presidenza del consiglio.

Intanto  nel corso di un dibattito alla Festa democratica di Reggio Emilia, l’esponente cattolico del Pd, Giuseppe Fioroni ha avuto parole dure nei suoi confronti.”Se Matteo vuole davvero partecipare alle primarie del Pd, ”deve essere serio e prendere la decisione di dimettersi da sindaco di Firenze entro il 28 ottobre”.

A giudizio di Fioroni ”la nostra legge prevede che se uno vuole partecipare alle elezioni come deputato o senatore, debba dimettersi almeno sei mesi prima e l’ultimo giorno utile e’ il 28 ottobre: se Matteo partecipa perche’ vuole vincere e ritiene di poter fare il presidente del Consiglio meglio di Monti, ci deve credere e si deve dimettere”. Invece, ha proseguito Fioroni, ”se partecipa non per vincere ma per partecipare, non e’ un cosa seria e cerca anche lui, come dice degli altri, un po’ di visibilita’. Credo – ha concluso riferendosi alle dimissioni da sindaco di Firenze – sia una cosa che deve fare per la sua serieta”’

La risposta dello staff del sindaco

Matteo Renzi ha già dichiarato più volte che non intende avere ”premi di consolazioni” e, quindi, ”o vince le primarie e corre per fare il Presidente del Consiglio o resta a Firenze. Non ha intenzione di candidarsi in Parlamento e quindi non si dimettera’ da sindaco”. Questa la replica dello staff del primo cittadino di Firenze al responsabile nazionale del welfare del Pd Giuseppe Fioroni che oggi da Reggio Emilia è tornato a chiedere a Renzi di dimettersi da sindaco entro il 28 ottobre. Tra l’altro, secondo alcuni giuristi, ”se come pare del tutto probabile il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano deciderà di sciogliere con qualche settimana di anticipo le Camere – fanno notare ancora dallo staff del ‘rottamatore’ – il limite per eventuali dimissioni diventa di 90 giorni, come successe nel 2001 per Francesco Rutelli allora sindaco di Roma”.

Cresce la polemica anche all’interno del PD

“Fioroni ha posto una questione concreta, Renzi cerca di aggirarla. Un sindaco, volendo presentarsi alle elezioni politiche, per legge ha l’obbligo di dimettersi entro il 28 ottobre”. Lo afferma Lucio D’Ubaldo del Pd. “Renzi -aggiunge- non vuole tenerne conto ed evoca, con scarso garbo istituzionale, l’ipotesi che il vincolo salti per effetto del possibile scioglimento anticipato delle Camere. Ma questa non e’ una decisione dei partiti, ne’ di altri, ma solo del Presidente della Repubblica. Resta il punto politico. La corsa del sindaco di Firenze lascia intravedere una conclusione paradossale: un leader che mette in conto, in caso di vittoria nelle primarie e in assenza di una fine traumatica della legislatura, di restare comunque fuori dal Parlamento”. “C’e’ dunque un elemento auto-corrosivo in questa condotta molto brillante e insieme molto superficiale, marchiata da qualche tatticismo di troppo. L’Italia ha bisogno di serieta’, Renzi per primo deve essere serio. Altrimenti, come sembra, il suo progetto politico perde qualsiasi consistenza e valore”, conclude.

 

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