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Appello di quattro religiosi a Betori: comprensione per gli omosessuali

admin
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Una svolta. Nella coscienza, nell’anima, in contrasto con vecchie concezioni massimaliste di Santa Romana Chiesa. La richiesta arriva da quattro religiosi che hanno scritto una impegnativa lettera all’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori. La lettera, apparsa in un quotidiano fiorentino farà molto discutere nell’ambiente ecclesiastico. ”Dalla Chiesa dovrebbe arrivare un riconoscimento del modo nuovo di comprendere l’omosessualità, con un segno di accoglienza e di profondo rispetto per i sentimenti di amore di chi vive personalmente questa condizione”. Gli autori di questo testo sono  tre sacerdoti ed una suora, provenienti da esperienze diverse ma con una spiccata attenzione al sociale: Stefania Baldini, suora domenicana di Prato, don Fabio Masi, parroco di Paterno a Bagno a Ripoli, uno dei ‘preti operai’ più noti fin dagli anni ’60, don Giacomo Stinghi,  che per decenni si è occupato di marginalità e in particolare di droga, e don Alessandro Santoro, che alcuni hanno fa ha benedetto l’unione tra una donna nata uomo e ed il suo compagno. ”Due persone che si amano non sono un attentato alla società‚ il tradimento del Vangelo. Gli scandali vanno cercati altrove!”, scrivono tra l’altro i quattro religiosi che nella lettera per sostenere la loro tesi si rifanno a fonti bibliche e, scrivono, ”all’esperienza umana che viviamo ogni giorno con queste persone, sentiamo evangelico e naturale accogliere in pienezza di comunione queste differenti forme di amore. Le sentiamo parte integrante del nostro cammino di comunit… di fede e di vita, e con loro, così come con tutti gli altri, partecipiamo insieme alla Comunione sacramentale e comunitaria”. ”E’ importante che la Chiesa – prosegue la lettera – riconosca positivamente il cammino della scienza nella conoscenza dell’uomo e non dichiari verità assolute quelle che poi dovrà riconoscere errate, come è accaduto in passato. Questi fatti ci inducono a vedere l’omosessualità in un orizzonte nuovo e ad affrontarla con uno sguardo morale diverso”.

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