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No alla disinformazione sull’attività di Programma Ambiente Apuane

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Nell’ambito della disinformazione legata all’attività di PAA, si è letto in alcuni articoli di stampa che certi disagi sulla strada Aurelia sarebbero stati causati dalla presenza della discarica. In realtà, se non vi fosse la presenza di un’attività, la Rupe della Cervia sarebbe completamente abbandonata a se stessa, col rischio di crolli e con un pericolo maggiore per l’Aurelia, così come la vicina Torre Medicea, le cui uniche cure arrivano dal lavoro dei Vigili del Fuoco.

Inoltre, visti i continui comunicati stampa e il fiorire di post sui social network, il Consiglio di Amministrazione di Programma Ambiente Apuane si vede costretto a considerazioni di carattere politico. Poiché si tratta dell’unica spiegazione plausibile ad un simile atteggiamento. C’è infatti un apriorismo in talune dichiarazioni, una totale mancanza di interesse nei confronti dei dati reali presentati da Arpat – prima ancora che da PAA – che può essere solo frutto di una precisa volontà speculativa, volendo escludere fino in fondo stoltezza e ignoranza.

Ripetiamo, pertanto, una volta per tutte che i valori di amianto in fibre libere, rilevate da Arpat con tecnica SAM, risultano inferiori di 10 volte rispetto ai limiti indicati da OMS sull’esposizione per l’intera vita della popolazione, inferiori di 1.000 volte del valore limite previsto per l’esposizione dei lavoratori alle fibre di amianto, inferiori di 500 volte il limite previsto come soglia di allarme nelle aree circostanti i cantieri di bonifica, inferiori di 20 volte il limite da non superare per la restituibilità dei cantieri di bonifica di amianto.

Inoltre la presenza di triclorometano (cloroformio) non può essere attribuita all’attività della discarica, perché questo contaminante è presente in falda già a monte della discarica, come da rilevazioni Arpat. Infine, sul fronte della documentazione burocratica, l’attività di PAA è perfettamente regolamentata.

Alla luce delle ripetute aperture della struttura, rivolte al dialogo e alla trasparenza nei confronti del territorio, un atteggiamento a senso unico e teso a sobillare falsi allarmismi non può che nascondere interessi di bottega che nulla hanno a che vedere con la realtà dei fatti: dimostrati dai dati qui ripetuti per l’ennesima volta. 

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