Una storia dove nessuno appare ciò che è in realtà, dove niente di ciò che sembra casuale lo è veramente. Una storia di una brutalità primitiva, ma anche una aggrovigliata matassa di affetto e di odio: È sempre così al mattino (Ed. Pagliai, pp. 464, euro 19,50) è il nuovo romanzo di Umberto Cecchi che presentato oggi a Firenze.
Cecchi, per anni inviato speciale per il quotidiano «La Nazione», di cui è stato direttore responsabile e una delle firme più note, è autore di memorabili reportage e interviste ai grandi del mondo, oltre che di una quindicina di libri che hanno ottenuto importanti riconoscimenti. Accanto al toccante ricordo di Diana Spencer (Diana, l’ultimo viaggio, che sarà distribuito in edicole e librerie ad agosto, a vent’anni dalla morte della principessa) il giornalista scrittore firma il suo ritorno alla narrativa pura per raccontare “una storia d’amore, dove la sola cosa che manca è l’amore”, come la definisce proprio un personaggio del romanzo. Protagonista della narrazione è il giovane diplomatico David che, per saldare un debito morale con l’ex compagna Rebecca, viaggia in Africa sulle tracce di George, il figlio adottivo di lei originario dell’Uganda. Questi, ormai cresciuto, ha deciso di tornare nella sua terra: cosa lo ha riportato là? E quali segreti nasconde la sua storia? In un paese sconvolto dalla guerra civile, David finirà per essere preso prigioniero in un villaggio dove fame, lebbra, apatia e una forma di crudeltà quasi congenita dominano le giornate. Dovrà riuscire a fuggire da una realtà sconosciuta, ricca di pericoli e incognite, sciogliendo i tanti interrogativi che lo circondano.
Imprevedibile e appassionante, È sempre così al mattino è quasi un thriller giocato su piani, luoghi e tempi diversi, una vicenda su cui incombe lo spettro di un continente lontano e dove un killer c’è davvero: è il destino, sempre in attesa del momento buono per colpire.