“Almeno 30 anni di proroga e revisione della direttiva Bolkestein”. Lo hanno chiesto i sindaci di Pietrasanta, Massimo Mallegni, di Forte dei Marmi, Bruno Murzi, e di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, al presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, in occasione di un incontro con i rappresentanti degli stabilimenti balneari in Versilia. “I sindaci – scrivono – sono consapevoli della necessità di avere un governo che ponga in modo deciso la questione dei balneari italiani, oggi con la presidenza italiana del Parlamento europeo confidiamo che in Europa ci sia un’apertura tesa alla soluzione finale che garantisca il futuro di oltre 1 milione di cittadini che operano sulle concessioni demaniali”. “Siamo profondamente preoccupati per lo stato di incertezza in cui versano ormai da oltre 10 anni le imprese balneari – hanno proseguito i tre nella lettera consegnata a Tajani -. La Bolkestein ha messo in crisi il settore: lo scellerato recepimento della direttiva fatta all’epoca, senza alcuna contestazione e da una selva infinita di leggi, sentenze, mozioni e proroghe hanno avuto solo l’effetto di disorientare la categoria, le amministrazioni, i lavoratori e di bloccare gli investimenti nel nostro sistema di balneazione attrezzata e in tutto l’indotto”. “Ora il ministro degli affari regionali ha varato un ddl che delega il Governo a riordinare la materia secondo determinati criteri o principi, che però non tengono conto di quella che poteva essere la soluzione più giusta ed anche la più sostenibile in sede europea: la Bolkestein non riguarda le imprese balneari ed in ogni caso le concessioni esistenti non possono avere il solito trattamento di quelle nuove. Alle esistenti – spiegano i sindaci – va assegnato un lungo periodo transitorio – 30 anni – per consentire alle imprese di ammortizzare gli investimenti fatti e da fare, per tutelare il legittimo andamento e la certezza del diritto e nel frattempo chiarire l’applicabilità della direttiva alle imprese balneari”.
Intanto, un portavoce dei balneari della Versilia, Emiliano Favilla, con una nota invita i colleghi a proseguire nella mobilitazione per evitare le aste. “Noi – afferma – era da tempo che si diceva che avvallare le aste della Bolkestein in cambio di ipotetici risarcimenti era sbagliato, perché alla fine restavano soltanto le aste”. Secondo Favilla, inoltre, c’è “troppo rilassamento tra i balneari, a seguito anche della immobilità di alcuni sindacati e questo è il pericolo più grave. Anche l’incontro avuto con il presidente del Parlamento Europeo
non è stato molto concludente. Tajani ci ha dato ragione però poi ha detto che il problema lo deve risolvere il governo italiano. Questo lo sapevamo già. I nostri guai sono cominciati con i governi Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e continuano con l’attuale governo Gentiloni”. Per questo, per Favilla, “tocca alle piccole imprese coinvolte mobilitarsi a fondo.Non rilassiamoci, attiviamo sempre e comunque ogni forma di lotta possibile”.