Non è iniziata bene la visita del sindaco Renzi fra i padiglioni della festa Pd alle Cascine. mentre il primo cittadino stava cenando assieme al segretario metropolitano del Pd fiorentino, Patrizio Mecacci, e il capogruppo del Pd a Palazzo Vecchio, Francesco Bonifazi e altri dirigenti del partito, è stato raggiunto da una delegazione di dipendenti che con fischetti e pentole hanno contestato Renzi. I dipendenti di Palazzo Vecchio stanno urlando slogan contro il primo cittadino, gridando “bugiardo”, “vergogna”, “pinocchio”, con fischietti e pentole. Al centro della contestazione ci sono motivi di ordine contrattuale, relativi a controversie sul pagamento del salario accessorio per i dipendenti. Quando Renzi ha finito di cenare e si è allontanato, dai contestatori sono partiti fischi e urla di disapprovazione.
APPLAUSI
Raggiunto il palco dove la giornalista della 7 Gaia Tortora lo stava aspettando per un’intervista in diretta Renzi è stato accolto da un lungo applauso con tifo da stadio partito da alcuni gruppetti in ordine sparso che al coro di “Matteo, Matteo” hanno urlato fino a quando il sindaco non si è seduto.
E da questo momento è iniziato il botta e risposta con la giornalista de La7 che non ha altro che ricalcato le cose che Renzi va ripetendo da quando è partito in giro per l’Italia a cercare di fare proseliti con la scusa di presentare il suo libro “Stil novo”. Cominciando dalle primarie: “Non ho la più pallida idea di come saranno le regole delle primarie, ma mi fido di Pier Luigi Bersani” che a differenza di altri dirigenti del Pd ha detto chiaramente che per portare fuori l’Italia da questa fase difficile è necessario selezionare la classe dirigente con il voto dei cittadini, e ha detto che si faranno primarie libere, aperte e democratiche. Non so se saranno a doppio turno o a turno unico, ma noi andiamo avanti e ci saremo”. E ancora ”Alla fine di questo percorso, delle primarie il Pd sarà più forte di prima. Non date retta a chi dice il contrario”. “Noi diciamo che chi perde non andrà via, e a Firenze questo lo sappiamo bene. Poi vinca il migliore”, suscitando a questa frase l’applauso della platea.
Parlando della campagna che sta per partire (il 13 settembre) a bordo dell’ormai famoso camper, Renzi ha solo ricordato che “Nel tour andremo nei luoghi simbolo: partiremo da Verona, Longarone, dove vi fu il disastro del Vajont, poi a Belluno e Padova…, poi vedremo”. Il sindaco ha poi ricordato anche di essere stato a Ponte di Legno, invitato dal sindaco, ”credo che prima avesse invitato Bersani ma lui gli ha detto di no”. ”Il Pd parla del ‘papello’ e delle correnti e non dell’occupazione delle donne”; cosi’ ”non andremo molto lontano” ha aggiunto Renzi che successivamente ha annunciato un tema del programma senza entrare nel merito: ” Sulla lotta all’evasione ancora ”non ancora all’altezza” alle ”tasse che pagano solo i soliti noti. Su questo il Pd deve poter dire la sua. E’ di sinistra chi riesce a garantire i diritti a chi non ne ha”. Infine è tornato sul concetto di rottamazione dei vecchi dirigenti rivolgendosi direttamente a Bersani: “Caro segretario, non aver paura di noi, non aver paura di chi ti dice le cose in faccia; devi aver paura di chi te le dice dietro”, concludendo con. ”Noi diciamo serenamente che questo gruppo dirigente deve andare a casa”.
Battibecchi E fino a questo punto della serata è stato un avvicendarsi di applausi, “bravo” , “continua così” etc, ma poi sono arrivati anche i battibecchi con alcun spettatori cominciando dalla visita a Silvio Berlusconi a Arcore: ”Dopo due ore si torna a parlare di Arcore, mi sembrava strano ha risposto Renzi – ‘C’e’ una parte di noi che quando Berlusconi andrà’ in pensione sarà in crisi perché’ ha vissuto solo di antiberlusconismo” aggiungendo che “quel viaggio lo rifarebbe per la citta’. ”E’ stato un viaggio segreto” ha urlano una persona del pubblico. ”Il viaggio ad Arcore è partito con un Eurostar – ha detto Renzi con un sorriso -: è il primo viaggio segreto fatto con i mezzi pubblici nella storia dell’umanita”’. Poi dalla platea qualcuno gli ha citato anche Sergio Marchionne. ”eccoci: ora è arrivato anche Marchionne”. ”La mia frase su Sergio Marchionne si riferiva alla promessa di nuovi investimenti. Nessuno ha chiesto a Marchionne di rispettare gli impegni presi e ”io l’ho ricordato”. ”Mi aspetto dal Pd che si vada a chiedere tutti insieme, a lui, di rispettare gli impegni presi: perche’ ora deve fare quello che ha promesso. E’ questo un errore?”. La serata è preseguita senza grandi novità se non la solita minestra che conosciamo da tempo. Da ambo le parte. Da Renzi e da chi lo contesta.
Prima di lasciare la Festa del Pd alle Cascine, il sindaco di Firenze, ha portato via cinque ‘gratta e vinci’ che, qualora raschiati con una moneta, avrebbero scoperto la faccia di Pier Luigi Bersani. I ‘gratta e vinci’ hanno anche un titolo ‘Piu’ Bersani piu’ vinci’: piu’ facce del segretario del Partito Democratico vengono scoperte e piu’ si vincono buoni da spendere presso gli stand della Festa del Pd. ma Renzi non li grattati.