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di UMBERTO CECCHI Richiamo del sindaco al rispetto della città, (transumanti turisti, movida e alcol) ma, perché questo avvenga, deve far rispettare le regole

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Basta capirsi. Il sindaco dice, giustamente, che Firenze non è terra di nessuno, ma una cosa delicata, e ne chiede rispetto, omettendo di mettere in atto mezzi e uomini per ottenerlo, cominciando a far rispettare le regole del buon vivere a una torma di transumanti turisti che fanno il comodo loro semplicemente perché glielo permettiamo. Ho girato il mondo intero, in nessuna città – dico nessuna — ho visto permettere le cose che permettiamo noi. A Singapore una cicca in terra significa pagare una multa salata. Gridare, anche. In Spagna si può gridare – siamo latini, in fondo e c’è la movida -ma non si può imbrattare , sputare, lasciar cartacce e bottiglie per terra. E ci sono persone preposte far rispettare le regole. Nardella quindi deve sì richiamare al rispetto, ma deve anche disporre le cose in modo tale perché questo rispetto, che la gente non avverte per maleducazione, ci sia.
I problemi che i  bravi ragazzi e ragazze born in Usa creano ogni notte alla città, problemi gravi dettati da ubriachezza sfrenata, droga e prepotenza: glieli elenco per rinfrescare le idee prima di abbandonarsi di nuovo a diatribe alla Norman Mailer o alla Allen Ginsberg: tono sdegnato ma testo sbagliato. Dunque: boys e girls di ogni razza e nazione sciamano come nottole al far delle tenebre alla ricerca della felicità. Credo che Jefferson e gli altri Padri della Patria, per felicità intendessero altro di quello che pensano i bravi ragazzi d’oggi: ubriachezza molesta, imbrattamento di marciapiedi con sostanze organiche di tipo liquido e solido, assunzioni di droghe multiple: accoppiamenti pubblici con relativa offesa del pudore, disturbo reiterato della quiete pubblica. No, decisamente ‘la ricerca delle felicità’ è altro. Il console usa che si è scagliato contro i costumi locali, dovrebbe criticare i costumi dei propri connazionale e magari perdere un po’ di tempo a parlare e insegnar loro l’educazione più elementare. Amo l’America da sempre, l’ho difesa in mille dibattiti, ma certe volte urta profondamente quando pensa di avere ragione, sempre. 
La gravita del comportamento dei due carabinieri è assoluta. Ma alla fine anche questo ‘cedere’ ai sensi è il segno d’un paese alla deriva. Leggo una sentenza che potrebbe diventare disastrosa: un magistrato assolve un clochard per aver occupato una casa dalla quale gli abitanti erano momentaneamente assenti. Tornati hanno trovato lui. Nuovo padrone. Non intenzionato ad andarsene. Motivo dell’assoluzione, secondo il codice del magistrato, è che occupare la casa d’un altro in caso di necessità, non è reato. Ma – parrebbe – regola.
Sentenza aberrante che apre la strada a centinaia di casi di stato di bisogno, depennando come crimine il furto di bicicletta o di auto, proseguendo senza più limiti.  Vorrei sapere che custodisce i custodi. Chi controlla la magistratura, ad esempio. Evidentemente nessuno. E lo aveva già anticipato un magistrato, questo problema, l’emerito procuratore delle Repubblica di Prato Toni.
Questo è quanto debbiano riflettere. Basta con parole in libertà, basta con il ‘tutti lo fanno lo faccio anch’io’: esempio elementare di un codice defunto? Quello della strada. Nessuno rispetta più le cose perchè nessuno controlla se non con le macchinette elettroniche che servono per cassa ma non per insegnare a rispettare il codice.

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