Ecco la storia dei sacchetti nella sua disarmante semplicità. Il governo decide di recepire una normativa Europea, ma ci mette del suo, nel senso che lo fa a modo suo. Dunque non fa (come sarebbe stato logico), una legge-quadro sul riciclaggio, non si occupa degli imballi e degli smaltimenti, sulla base di un principio comune e con un testo organico che affronta tutto il ciclo del riuso. Infila invece in un provvedimento sul mezzogiorno un articolo di tre pagine in cui ci si occupa dei famosi sacchetti “biodegradabili” (qui non entriamo nello specifico di quanto siano effettivamente biodegradabili e di quanto siamo effettivamente compostabili), e costruisce questo dispositivo molto stretto: l’esercente è obbligato a far pagare i sacchetti al consumatore. Il consumatore è obbligato a comprarli (spendendo mediamente da due a tre centesimi), non se li può portare da casa, e se li porta da casa incorre in una multa. A sua volta l’esercente è costretto a farti pagare i sacchetti, e se non te li fa pagare si becca una multa (nel suo caso stratosferica).
orollario: a prescindere dal fatto che questa parte della legge sia giusta o sbagliata (una legge che privilegia una sola azienda in Italia secondo me lo è sempre), in virtù di questa legge diventa per ovvi motivi una notizia sensibile il fatto che Catia Bastioli, la numero uno di Novamont, sia stata nominata da Matteo Renzi alla guida di Terna, come il fatto che sia stata relatrice alla seconda Leopolda organizzata da Renzi, e così come pure che la sua azienda sia stata una tappa del viaggio di Renzi in treno.
C’è un conflitto di interessi tra questi due incarichi della Bastioli, quello della manager pubbliche e quello della manager privata? Che conflitto di interessi esista lo sostiene – per esempio – oggi su La Repubblica, Sergio Rizzo, vicedirettore del quotidiano di Largo Fochetti. Mentre Massimo Caleo, senatore del Pd e padre della norma sulle sanzioni sui i sacchetti bio ieri spiegava, dai microfoni di Radio24: “Ho fatto quest’emendamento per il semplice motivo che era giusto proseguire su quella strada lì. Io non conoscevo nessun dirigente di quella società”. Possibile? “So chi è Novamont ma all’epoca, mi creda, io non conoscevo nessun dirigente di quest’azienda”.
Cosa significa all’epoca in cui ha scritto l’emendamento? È possibile che sia davvero così, detto da un vicepresidente della commissione che da cinque anni si occupa di questi temi? Dice dal canto suo la Bastioli, sdegnata: “Ho incontrato Renzi solo quattro o cinque volte, ero molto dubbiosa se accettare la nomina alla guida di Terna”. Però alla fine l’ha accettata. Era giusto o sbagliato combinare due ruoli opposti, uno di fornitore di merci, e uno di amministratore per conto della cosa pubblica? Consegno il dubbio alla sensibilità di ognuno, io vedo un limite di opportunità.
LUCA TELESE
da TISCALI:IT