L’avanguardia neo rinascimentale di Andrea Stella è protagonista alla Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, a Firenze, a partire da ieri e fino a oggi, 18 novembre, con l’esposizione intitolata “La corte dei sognanti”. Si tratta di una mostra itinerante (a ingresso libero), presentata la scorsa primavera alla Certosa del Galluzzo, dove ha dato il via al programma di rilancio del monastero pensato dalla Comunità di San Leolino. Un’esposizione che dopo Firenze “volerà” in California per essere ammirata dal pubblico a stelle e strisce. Le figure oniriche che popolano le opere di Andrea Stella saranno, infatti, ospiti nella cittadina di Carmel della contea di Monterey, famosa per la sua intensa attività artistica e le sue oltre cento gallerie.
L’esposizione in Palazzo Vecchio si svolge in occasione della Biennale del Premio di tutte le Arti. Il riconoscimento è organizzato dalla Fondazione Elisabetta e Mariachiara Casini Onlus per riportare la vita nelle famiglie, nei luoghi pubblici, sul lavoro e sulle strade. Quest’anno il tema scelto è stato “La magia dell’arte nelle ombre della vita”. Andrea Stella è ospite d’onore della manifestazione e domani, domenica 18 novembre (ore 10.30), riceverà nel Salone dei Cinquecento il premio del consiglio di amministrazione della Fondazione Elisabetta e Mariachiara Casini Onlus, alla presenza anche dell’assessore alla sicurezza urbana e Polizia Municipale Federico Gianassi.
Firenze offre quindi una possibilità unica per osservare da vicino i quadri scultura dell’artista, le “Muse” e otto delle ultime creazioni dell’artista, quattro delle quali sono state esposte per la prima volta alla Certosa di Firenze, che rappresentano la summa del percorso di ricerca di Stella.
«La Corte dei Sognanti è una mostra itinerante, innovativa e di ampio respiro – spiega Andrea Stella –. Una mostra pilota d’avanguardia neorinascimentale, basata sulla sperimentazione materica in grado di abbracciare tecniche che vanno dal Medioevo all’età moderna. Durante il mio percorso artistico ho sempre amato sperimentare, giocare con nuovi materiali senza mai dimenticare l’importanza di saper emozionare».