Si è tenuta nei giorni scorsi a Lastra a Signa, la due giorni di studio “L’igiene e le sale da bagno nelle case museo: oggetti, spazi, consuetudini”, prima tappa di un percorso che si pone l’obbiettivo di aprire un confronto sulle potenzialità comunicative della presenza dei bagni storici restaurati nelle case museo. Organizzato in sinergia fra l’Associazione Nazionale Case della Memoria e Icom Italia con la sua presidente Tiziana Maffei, l’evento è stato promosso dalla Commissione Case Museo di ICOM Italia in collaborazione con l’associazione Villa Caruso e il Comune di Lastra a Signa.
L’evento, della durata di due giorni, ha visto nella prima giornata le visite a Casa Martelli (e relativo bagno), al Comodo di Cosimo I in Palazzo Vecchio, quella a Palazzo Pitti sul tema “La ritirata della Granduchessa” e infine alla Casa Museo Rodolfo Siviero. Visite che hanno offerto un’opportunità di scoperta e approfondimento anche per gli addetti ai lavori. Il convegno del giorno successivo ha visto numerosi esperti confrontarsi sul tema nella cornice della Villa di Bellosguardo di Lastra a Signa, sede del Museo Enrico Caruso oggetto anch’esso di una visita con il suo bagno realizzato negli anni ’30 dalla ditta fiorentina di sanitari del conte Giuseppe De Micheli, allora proprietario della villa.
Si è parlato della musealizzazione delle pratiche di igiene, dei servizi igienici nei palazzi fiorentini tra il XVI e il XVIII secolo e “luoghi di comodo” nel percorso espositivo delle Case della Memoria, da quello medievale della Badia di Vaiano (Casa Agnolo Firenzuola), ai bagni di Giosuè Carducci nella casa di Valdicastello (Pietrasanta) e ai reperti della sua camera a Villa Silvia Carducci a Cesena; dagli oggetti di igiene raccolti da Ivan Bruschi nella sua casa museo di Arezzo ai bagni all’inglese di Casa Cuseni a Taormina. Ma anche di casi specifici come quello del Bagno Grande di Maria Carolina a San Leucio (Caserta), del Boudoir di Maria Carolina nella Reggia di Caserta e della sala da bagno del Castello di Racconigi (Cuneo). E ancora il passaggio dalla “toletta” al bagno nella Casa Museo degli Oddi Marini Clarelli (Perugia), il bagno di Hortense Mitchell Acton nella casa museo di Villa La Pietra (Firenze), fino all’appartamento dei bagni del Castello di Aglié (Torino).
«Questa iniziativa – ha detto Tiziana Maffei presidente di ICOM Italia – conferma l’importanza del lavoro delle Commissioni tematiche di ICOM nell’approfondire la molteplice complessità delle istituzioni museali. Le case museo sono una realtà che permette di legare l’originalità e le suggestioni di storie di uomini e di culture all’azione comune dell’abitare. Il tema consente non solo di affrontare uno spazio domestico particolare per il valore d’intimità che possiede ma riflettere contestualmente su come la quotidianità di questi spazi sia rappresentativa dell’evoluzione culturale, tecnica, e sociale dell’umanità, e in questo caso, approfondire anche i processi di democratizzazione e miglioramento delle condizioni di vita quotidiana delle comunità. Le case musei con i loro caratteristici percorsi, grazie a nuove forme di pratica museale, sono interessantissimi strumenti di divulgazione. Mi auguro che gli atti di questo interessante convegno possano presto essere pubblicati contribuendo così, anche con gli studi italiani alla limitata bibliografia sul tema».
«Questo convegno, e le visite che lo hanno preceduto, sono stati l’esempio lampante di quanto ancora c’è da scoprire nelle casa-museo di tutta Italia, di quanti aspetti sono ancora da approfondire e di quante possibilità di crescita esse hanno – commentano Adriano Rigoli e Marco Capaccioli presidente e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Possibilità che vanno coltivate, facendo informazione e lavorando in sinergia per portare avanti l’obbiettivo comune di valorizzare il patrimonio delle case-museo, allargando il pubblico dei loro estimatori in tutte le direzioni possibili. Ringraziamo Icom Italia e la presidente Maffei per averci coinvolto in questa iniziativa che siamo felici di aver potuto ospitare in una delle Case che fanno parte della nostra rete».