Il Corridoio Vasariano del complesso museale degli Uffizi, chiuso alle visite dal 2016 per ragioni di sicurezza, riaprirà con un percorso ed un biglietto speciale. I visitatori di tutto il mondo potranno così godere di una passeggiata panoramica affacciata Firenze, che, partendo da un ingresso ad hoc al piano terra dalla Galleria delle Statue e delle Pitture, passerà sopra il Ponte Vecchio, per raggiungere di là dall’Arno il giardino mediceo di Boboli e la reggia granducale di Palazzo Pitti.
Il progetto esecutivo della riapertura dopo 18 mesi di studi, è pronto. Il costo complessivo dei lavori, la durata dei quali è calcolata intorno a un anno e mezzo, ammonta a circa 10 milioni di euro.
Il nuovo percorso del Corridoio Vasariano garantirà completa accessibilità per i disabili, con un sistema integrato di rampe, pedane ed ascensori e sarà dotato di servizi igienici; per la prima volta, avrà un impianto di climatizzazione e riscaldamento; avrà una illuminazione a led a basso consumo energetico e sarà interamente videosorvegliato.Tra gli interventi principali previsti dal progetto, la realizzazione di nuove uscite di sicurezza.
Il programma include anche un’opera di consolidamento strutturale ed il restauro degli interni: in particolare, intonaci, incannicciati, ed il pavimento, che verrà interamente smontato e rimontato in cotto antico.
Sarà percorribile in una sola direzione, cioè dagli Uffizi (entrata) verso Palazzo Pitti (uscita), ed è previsto al momento che al suo interno possa contenere, in base alle disposizioni a tutela della sicurezza, un massimo di 125 persone in contemporanea.
Quanto agli allestimenti, non faranno più parte dell’itinerario gli oltre 700 dipinti, tra i quali un corposo nucleo di autoritratti, che negli scorsi decenni erano appesi alle pareti del Vasariano. Rimossi nei mesi scorsi, gli autoritratti verranno esposti in una serie di sale di prossima apertura al primo piano della Galleria delle Statue e delle Pitture.
Alla luce della sua nuova funzione di passeggiata panoramica sopra Firenze, verranno ‘aperte’ le 73 finestre collocate lungo il percorso. A decorare il Vasariano resteranno comunque circa 30 sculture antiche, e una raccolta di iscrizioni greche e romane.
Ci sarà poi uno spazio dedicato agli affreschi cinquecenteschi, realizzati per volontà dello stesso Giorgio Vasari, che un tempo decoravano l’esterno delle volte del Corridoio al Ponte Vecchio: staccati dalla loro collocazione alla fine dell’Ottocento, sono stati restaurati negli anni ’60 del secolo scorso e poi esposti nell’ambito di mostre temporanee per poi tornare in deposito, dove si trovano tuttora.
Oltre a quella panoramica, il percorso avrà però anche una vocazione storica. Per questo due punti del camminamento accoglieranno memoriali: il primo, in corrispondenza di via Georgofili, da dove è possibile vedere il punto in cui esplose l’ordigno che causò la strage nel 1993, ospiterà gigantografie metalliche con riproduzioni fotografiche di quei drammatici momenti ed i dipinti degli Uffizi danneggiati dallo scoppio della bomba; il secondo si troverà appena passato Ponte Vecchio, e verrà dedicato al tema della devastazione da parte delle truppe naziste del centro storico di Firenze.
Il Corridoio sarà aperto in via ordinaria, benchè su prenotazione. Le stime per i flussi di visita sono di circa 500mila persone all’anno. Per accedere occorerà acquistare un biglietto speciale: il costo sarà di 45 euro in alta stagione, 20 in quella bassa.
Come gli Uffizi, il Corridoio Vasariano fu realizzato su progetto dell’architetto Giorgio Vasari per volontà di Cosimo I de’ Medici. Il lavoro fu commissionato e realizzato nel 1565, in occasione del matrimonio tra il figlio del granduca, Francesco I, e Giovanna d’Austria. La sua funzione era quella di consentire ai granduchi di spostarsi rapidamente dalla loro reggia, in Palazzo Pitti, ai palazzi dell’amministrazione (Uffizi) e Governo (Palazzo Vecchio, collegato alla Galleria attraverso il cosiddetto ‘Passetto’). Fu percorso da Adolf Hitler e Benito Mussolini in occasione della visita del Führer a Firenze nel 1938; parzialmente distrutto dai nazisti durante la Guerra, nel 1944, le sue parti centrali furono utilizzate dalla Resistenza come punto di collegamento tra le due rive dell’Arno, come documentato anche dal film ‘Paisà’ di Roberto Rossellini.