ROMA (ITALPRESS) – “Le risultanze investigative e giudiziarie intervenute nel semestre restituiscono ancora una volta l’immagine di una ‘ndrangheta tendenzialmente silente, ma più che mai viva nella sua vocazione affaristico-imprenditoriale, saldamente leader nei grandi traffici di droga, ambito in cui sta acquisendo sempre maggior forza e ‘prestigio’ a livello internazionale. Un’organizzazione che continua a far gemmare cellule criminali fuori dalla regione d’origine, tanto che nel semestre è stata giudiziariamente scoperta l’esistenza di un nuovo locale di ‘ndrangheta, questa volta operante in Valle d’Aosta, riconducibile alle cosche di San Luca”. Lo evidenzia la Direzione Investigativa Antimafia nella sua Relazione semestrale al Parlamento.
In Sicilia “si segnala un rafforzamento dei rapporti tra esponenti di alcune famiglie storiche di Cosa nostra palermitana, i cosiddetti ‘scappati’, con Cosa nostra americana. Sul fronte interno, si registra uno scenario mafioso caratterizzato da un impellente bisogno di un nuovo assetto e di risolvere l’annosa questione della leadership – si legge ancora nella Relazione -. La solidità, l’influenza criminale, la capacità militare ed il peso ‘politico’ delle singole famiglie, dei mandamenti e delle rispettive strutture di vertice ricoprono un ruolo fondamentale per la definizione dei rapporti di forza e, di conseguenza, per l’individuazione delle nuove strategie e dei nuovi equilibri”.
Quanto alle dinamiche criminali della camorra, “continuano ad essere particolarmente fluide e complesse. Nel capoluogo, in particolare, coesistono, spesso nella stessa zona, gruppi diversi per struttura e scelte operative – sottolinea la Dia -: accanto a sodalizi minori, prevalentemente dediti al controllo di attività illecite sul territorio di rispettiva influenza, operano storiche e strutturate organizzazioni sempre più proiettate ad estendere il loro raggio d’azione in altre regioni e all’estero. Organizzazioni che, in provincia di Caserta, hanno ancora nei Casalesi una più che solida espressione. Se per i sodalizi di minore caratura la violenza è uno strumento necessario di affermazione criminale, quelli storicamente consolidati tendono a rifuggire azioni eclatanti e appaiono orientati a controllare i mercati legali, stringendo rapporti con il mondo imprenditoriale, le pubbliche amministrazioni ed esponenti politici”.
Infine “nella tendenziale disomogeneità che contraddistingue le diverse mafie operanti nelle province pugliesi, si registra, a fattor comune, una elevata specializzazione nel traffico di sostanze stupefacenti – con saldi collegamenti con le compagini albanesi – e in quello delle armi, nonché nel reimpiego delle risorse che questi mercati illegali generano”, sottolinea la Dia.
(ITALPRESS).
In Sicilia “si segnala un rafforzamento dei rapporti tra esponenti di alcune famiglie storiche di Cosa nostra palermitana, i cosiddetti ‘scappati’, con Cosa nostra americana. Sul fronte interno, si registra uno scenario mafioso caratterizzato da un impellente bisogno di un nuovo assetto e di risolvere l’annosa questione della leadership – si legge ancora nella Relazione -. La solidità, l’influenza criminale, la capacità militare ed il peso ‘politico’ delle singole famiglie, dei mandamenti e delle rispettive strutture di vertice ricoprono un ruolo fondamentale per la definizione dei rapporti di forza e, di conseguenza, per l’individuazione delle nuove strategie e dei nuovi equilibri”.
Quanto alle dinamiche criminali della camorra, “continuano ad essere particolarmente fluide e complesse. Nel capoluogo, in particolare, coesistono, spesso nella stessa zona, gruppi diversi per struttura e scelte operative – sottolinea la Dia -: accanto a sodalizi minori, prevalentemente dediti al controllo di attività illecite sul territorio di rispettiva influenza, operano storiche e strutturate organizzazioni sempre più proiettate ad estendere il loro raggio d’azione in altre regioni e all’estero. Organizzazioni che, in provincia di Caserta, hanno ancora nei Casalesi una più che solida espressione. Se per i sodalizi di minore caratura la violenza è uno strumento necessario di affermazione criminale, quelli storicamente consolidati tendono a rifuggire azioni eclatanti e appaiono orientati a controllare i mercati legali, stringendo rapporti con il mondo imprenditoriale, le pubbliche amministrazioni ed esponenti politici”.
Infine “nella tendenziale disomogeneità che contraddistingue le diverse mafie operanti nelle province pugliesi, si registra, a fattor comune, una elevata specializzazione nel traffico di sostanze stupefacenti – con saldi collegamenti con le compagini albanesi – e in quello delle armi, nonché nel reimpiego delle risorse che questi mercati illegali generano”, sottolinea la Dia.
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