Com’era inevitabile, l’emergenza coronavirus condiziona anche le raccomandazioni economiche della Commissione Europea agli Stati membri, presentate oggi.
Due gli obiettivi: il primo, a breve termine, consiste nell’attenuare le gravi conseguenze socio-economiche causate dalla pandemia. Il secondo, invece, a breve-medio termine, punta a realizzare una crescita sostenibile e inclusiva che favorisca la transizione verde e la trasformazione digitale. La Commissione mira alla promozione della sostenibilità competitiva per costruire un’economia al servizio delle persone e del pianeta, un obiettivo reso ancora più importante dall’impatto del coronavirus. Le raccomandazioni spaziano nelle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva, ovvero stabilità, equità, sostenibilità ambientale e competitività, e rispecchiano anche l’impegno della Commissione “di convogliare nel semestre europeo gli obiettivi di sviluppo sostenibile degli Stati membri, in quanto tracciano un quadro integrato che spazia dalla sanità pubblica alle questioni sociali, ambientali ed economiche”.
Le raccomandazioni toccano settori come “l’investimento nella sanità pubblica e la resilienza del settore sanitario, il mantenimento dell’occupazione mediante il sostegno al reddito dei lavoratori colpiti, l’investimento nelle persone e nelle competenze, il sostegno all’imprenditoria e la lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva e il riciclaggio”.
L’Italia è chiamata a fornire ai lavoratori adeguate fonti alternative di reddito e accesso alla protezione sociale, in particolare per i lavoratori atipici. Come scrive la Commissione, sono necessari “accordi di lavoro flessibili e sostegno attivo all’occupazione e misure per dare liquidità alle pmi, imprese innovative e lavoratori autonomi, evitando ritardi nei pagamenti”.
Quando tornerà la normalità, ovvero con la disattivazione della clausola di salvaguardia e con buone condizioni economiche, la Commissione invita poi l’Italia a impegnarsi per “raggiungere un bilancio pubblico equilibrato a medio termine e garantire la sostenibilità del debito”.